Fisco, Caf sempre più importanti nella gestione economica e tributaria degli italiani. Oltre l’80% dei “730” degli italiani passa dai Caf

La mancanza di tempo, la paura di sbagliare, la poca conoscenza della burocrazia italiana sono tutti fattori che spingono il contribuente a rivolgersi ad un intermediario, che assiste e tutela, e allo stesso tempo garantisce correttezza e legalità fiscale per non incorrere in errori, ed evitare il pagamento dell’eventuale sanzione. Le ragioni, quindi, possono riassumersi nella fidelizzazione dell’utenza che vive un rapporto di fiducia consolidato con i Caf e le loro organizzazioni di riferimento.

Nonostante ciò, nel D.L. agosto approvato dal Parlamento sono stati riconosciuti ai Caf solo 20 milioni di euro, una tantum, per il 2020, a fronte della richiesta di ripristinare un compenso economico commisurato a quanto effettivamente prodotto dall’attività 730. Già nel 2019, a causa della scelta di imporre un tetto massimo di spesa, ai Caf è stato, infatti, rimborsato solo il 56% delle dichiarazioni trasmesse, 217 su 387 milioni di euro. Un mancato riconoscimento di 170 milioni di euro.

Altro settore in cui l’intervento dei Caf è imprescindibile è quello legato alle prestazioni agevolate per i servizi pubblici attraverso Isee. Al momento sono oltre 7 milioni le famiglie italiane, che hanno usufruito dei servizi dei centri di assistenza fiscale con un incremento, rispetto al 2019, di oltre il 25%. “I Caf – dichiarano Mauro Soldini e Massimo Bagnoli, del coordinamento nazionale dei Caf – sono sempre stati al fianco delle istituzioni dello Stato, come l’Agenzia delle Entrate e l’Inps, diventandone in sostanza uno dei bracci operativi. La crescita del livello di informatizzazione raggiunto dal fisco italiano è stata ottenuta anche grazie all’apporto dei centri di assistenza fiscale, che hanno applicato appieno l’evoluzione digitale in atto nel rapporto Stato-contribuente. È proprio grazie ai dati inviati dai Caf, e dagli altri intermediari, che l’Agenzia può predisporre le singole dichiarazioni dei redditi. Tuttavia, ricade sempre sul cittadino l’onere di verifica, motivo per cui continua a rivolgersi ai Caf. Stupisce che, proprio per i molti e diversi fronti su cui i Caf sono impegnati, risultando indispensabili per gli utenti, le risorse stanziate dal governo siano state sistematicamente ridotte, anziché commisurate e aggiornate alla situazione reale”.

di Massimiliano Gonzi