Esperti Nazionali Distaccati, un ruolo strategico

“Gli Esperti Nazionali Distaccati (END) svolgono un ruolo essenziale di interfaccia fra pubbliche amministrazioni italiane, centrali e regionali, e istituzioni europee: essi rappresentano pertanto una risorsa strategica e dobbiamo definire assieme gli strumenti per un loro rientro ‘valorizzante’ nell’amministrazione di appartenenza al termine del loro mandato, come esito di un investimento congiunto e di un percorso condiviso, nel quadro di una gestione strategica delle risorse umane”: così il Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, è intervenuto con un videomessaggio il 5 luglio scorso in occasione dell’evento di presentazione del Rapporto annuale di CLENAD Italia 2022-2023, a cui ha inviato un messaggio anche il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.

Durante l’incontro, sono state discusse le prospettive strategiche della presenza degli END italiani a Bruxelles, che rappresentano un investimento – sia in termini di competenze che di capacità relazionali per l’Amministrazione italiana di appartenenza, e che devono pertanto trovare adeguata valorizzazione anche in fase di rientro in Italia. In tale contesto, si è evidenziata la tendenza assolutamente positiva – sia in termini qualitativi sia quantitativi – della presenza END nel corso degli anni, da poco più di novanta nel 2004, a 170 nel 2013, fino ai 230 attuali. Questo risultato è stato nel tempo frutto dell’impegno corale profuso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Dipartimento della Funzione Pubblica e dal Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In tale prospettiva, sono stati discussi gli strumenti operativi per la valorizzazione delle professionalità dei funzionari italiani al loro rientro in Italia al termine dell’esperienza di distacco, in modo che possano trasferire alle amministrazioni di appartenenza le conoscenze acquisite e rendere più fluido il raccordo fra istituzioni dell’Unione e amministrazioni pubbliche nazionali, entrambe chiamate a un metodo partecipativo di “co-creazione” delle politiche pubbliche.

di Massimiliano Gonzi