Elezioni si, elezioni no.

E’ da un bel pezzo, ormai, che nel Paese si ode il fruscio delle schede elettorali ed ogni tanto si sente invocare una nuova tornata elettorale. C’è chi dice che il Governo regge, chi dice che non regge, le vicende politiche di quest’ultimo periodo sono ben note anche se forse non abbastanza chiare e logiche. Ma quest’ultimo aspetto di certo non può meravigliare.
La nostra classe politica! Pare chiaro che, nonostante i proclami che lancia, essa in realtà non riesce ad avere la visuale di un orizzonte che superi l’arco di qualche anno. Ciò si denota sia nella scarsa tenuta delle compagini, sia dai provvedimenti legislativi che sono assunti.
Sono parecchi lustri che assistiamo alla emanazione di leggi e provvedimenti vari che sebbene spacciati per riforme strutturali o con altri titoli altisonanti, in realtà sono per lo più provvedimenti dettati da esigenze di cassa o ritenuti, in modo immaginifico, come produttori di consenso elettorale.
Ne vogliamo citare un paio? Si pensi agli interventi sul sistema pensionistico e alle riforme della pubblica amministrazione.
Si sente odore di elezioni, dunque, e in questo clima c’è chi pensa di confermare le proprie posizioni e chi di accrescerle, tutte cose che sotto la pretenziosa dizione di “politica” forse sono ben lontane dal cogliere i bisogni profondi del Paese e sicuramente aliene da un progetto, un’ idea, un sogno, di come la nazione dovrebbe essere tra quindici o vent’ anni, dalla stesura di una linea credibile che possa dare ai cittadini una sorta di “speranza” invece della rassegnata consapevolezza dei tagli delle finanziarie dei quali non si è mai visto un reale effetto benefico, anche se ampiamente declamato.
Insomma, questa politica (facendo le dovute eccezioni, che forse ci sono ma che non intravvedo) è come se avesse scelto come unità di misura per essere appunto “misurata” il sistema metrico decimale, quindi assecondandola, non ci resta che prendere il centimetro, la riga che conserviamo dalle elementari, tralasciando il metro da sarta perché troppo lungo.
Andiamo quindi al voto con le nostre misurazioni, con le misurazioni espresse in millimetri e centimetri.
Con queste unità di misura, per esempio, i dipendenti pubblici misureranno le poderose riforme che ancora non dispiegano tutti i loro effetti e che li hanno visti come involontari e penalizzati protagonisti, così come faranno i pensionati che si vedono sempre più poveri e così come faranno quelli che ancora lavorano e che hanno misere speranze per il loro futuro da pensionati.
Quindi, tutti al voto! Ma, che ognuno si ricordi il proprio righello, in modo che la misura sia precisa!