Si chiama D’Altro Canto ed è il nuovo disco di Tosca, all’anagrafe Tiziana Tosca Donati nata a Roma, in edizione limitata e numerata (300 copie, Officina Teatrale), acquistabile dal 14 febbraio su supporto fisico (per ora) solo tramite il sito ufficiale www.tizianatoscadonati.it e in digitale sulle principali piattaforme in streaming.
Come suggerisce il titolo, è l’altro canto di una inarrestabile ricercatrice musicale: undici tracce, undici piccole divagazioni musicali, come Tosca stessa ama definirle, che sono anche le cover arrangiate ed eseguite da Giovanna Famulari al violoncello e Massimo De Lorenzi alla chitarra, durante l’omonima trasmissione di successo che la cantante ha condotto, lo scorso ottobre su Radio3, con il giornalista e autore Rai Giorgio Cappozzo. Si tratta di una raccolta esclusiva e garbata che comprende pezzi attinti dal suo repertorio o eseguiti in altre lingue, canzoni poco frequentate, arie d’opera eseguite solo voce e chitarra, rivisitazioni di hit anni ’80, brani introvabili di grandi artisti, sovente scoperte casuali, omaggi ai maestri o, ancora, spericolati giochi vocali.
Ecco cosa dice l’artista del disco D’Altro Canto, TRACK BY TRACK:
Vissi D’Arte G. Puccini Universal Music Publishing Ricordi S.R.L
«È un mio esperimento acustico. Ho preso una delle più famose arie d’opera, tratta dalla Tosca di Puccini, e l’ho eseguita solo voce e chitarra. Uno dei miei sogni è quello di realizzare un giorno una raccolta delle più belle romanze della musica lirica, eseguite in un registro non lirico, e non è detto che prima o poi lo farò».
Itan Ena Oniro R. Murolo
«Una canzone di Roberto Murolo, scritta in napoletano e adattata in greco, negli anni in cui il musicista partenopeo visse in Grecia. Non ne esiste la versione napoletana, ma solo questa greca che è comunque introvabile nella sua discografia. Io l’ho scoperta diversi anni fa, stavo preparando ‘Sto core mio, notturno napoletano per Roberto Murolo e mi sono recata nella sua casa-museo a Napoli nel quartiere del Vomero, dove erano appena arrivate le preziose lacche di due canzoni del grande cantore di Napoli. Una era appunto Itan Ena Oniro (in italiano ‘Era un sogno’). Non ho resisto e l’ho subito inserita nel mio repertorio».
Domani Domani
D. Pieretti/ A. Nicorelli
Universal Music Publishing Ricordi S.R.L
«Il Festival di Sanremo era ogni anno un rito per la mia famiglia, mio padre registrava tutte le serate e io imparavo velocemente tutte le canzoni. Questa canzone di Laura Luca mi piacque particolarmente. Un testo delicato su un addio, su una donna che lascia il suo uomo uomo dicendo ‘ti rendo la tua libertà’, mi ha fatto scoprire la seduzione della voce e la sua potenza su un piccolo pubblico di amici adolescenti».
La Mia Casa
C. Renzetti/ F. Corrias
Palmas Michele
«È un brano molto commovente, scritto dalla jazzista Francesca Corrias in portoghese e adattato in italiano da Cristina Renzetti, e io l’ho scoperto grazie al mio amico musicista Marco Santoro. Una canzone unica: un focolare domestico che una donna ricorda ancora pieno dei profumi e dei ricordi di una persona cara che non c’è più».
I Like Chopin
Gazebo/ P. Giombini
Abramo Allione Ed. Mus. S.R.L. – Curci Edizioni S.R.L. – Universal Music Publishing Ricordi S.R.L
«Una hit anni ’80 che ha scalato le classifiche e che per me ha sempre nascosto una sua bellezza meno ‘pop’. Mi sono divertita a rielaborarla e, accompagnata da violoncello e chitarra, a trasformarla in qualcosa quasi ‘cameristico’».
Buongiorno Signorina
G. Barbieri
Microcosmo Edizioni
«Con Joe Barbieri volevamo pubblicare questo suo brano in Morabeza, alla fine abbiamo deciso di inserirlo qui, in questo disco, incidendolo in duetto. È un inno all’amore, un’esaltazione della sua purezza, colorata dal buongiorno di due innamorati al risveglio la mattina. È un pezzo di un’eleganza e semplicità disarmante, rivelatore di una poetica unica, di un autore sognante. Un amico, un fratello d’arte, il mio corrispettivo al maschile: colto, geniale, silenzioso e presente!»
Carcere ‘E Mare
C. Mattone
Metropolitana Ediz.Mus.Srl
«Questa canzone fa parte della colonna sonora del film Scugnizzi. Ricordo che Nanni Loy non riusciva a trovare un bambino che, con una voce quasi femminile, potesse cantare questo pezzo così struggente. Fu così che, insieme a Claudio Mattone, autore del brano, mi convocò a Napoli dove girava, e io diedi la mia voce in playback al bambino che cantava Carcere ‘e mare. È stata la prima canzone che ho inciso, mi chiamavo Tiziana Donati e non avevo ancora preso il mio secondo nome, Tosca, come nome d’arte».
Serenata A Ponte
Testo PD/ N. Piovani
Casa Editrice Alba S.R.L.
«È una canzone tramandata per via orale, raccolta e musicalmente rielaborata da Nicola Piovani su un testo che, da bambino, gli cantava sua zia Pina Piovani, attrice e cantante nella compagnia di Romolo Balzani. Quasi dimenticata, grazie a questo “restauro”, ora è entrata a far parte di diritto nella tradizione popolare romana. Nicola me l’ha affidata in Semo o nun semo, un suo spettacolo di grande successo di canzoni romane, e io da allora la porto con me. Questa serenata ha segnato una piccola svolta nella mia carriera e mi ha fatto riabbracciare la tradizione musicale della mia città».
Canzone Delle Cose Morte
E. Petrolini/G. Mazzocchetti
Rai Com S.P.A.
«Vocalmente è la canzone più spericolata che ho cantato. Il testo è del grande Petrolini e faceva parte dello spettacolo Gastone di Massimo Venturiello. A volte mi manca il fiato per farla, ma mi diverto da morire ad eseguirla».
Mi Madre È Morta Tisica
L. Magni/ A. Trovaioli
Universal Music Publishing Ricordi S.R.L
«Ancora un omaggio alla Tosca, questa volta nel capolavoro cinematografico di Luigi Magni con le musiche di Armando Trovajoli. Delle tante “Tosca” viste sullo schermo è certamente la meno togata ma non meno importante. Un film che ha lasciato un segno nella storia del nostro cinema d’autore, frutto di un sodalizio creativo tra linguaggi artistici diversi e per questo per me importante».
Quanto T’Ho Amato
V. Cerami – R. Benigni/ N. Piovani
Emergency Music Italy Srl – Leonardi Edizioni S.R.L.
«Levatura poetica per una delle più belle canzoni d’amore mai scritte. Se si estrapola il testo dalla canzone, resta una poesia che può vivere di luce propria e che reca tutta l’impronta di un grande ricamatore di parole come era Vincenzo Cerami. È un brano molto amato anche da Papa Francesco e ho avuto l’onore di cantarlo davanti a lui».
di Eleonora Marino