DA CICERONE AI TEMPI NOSTRI, LA POLITICA E’ SEMPRE LA STESSA

Siamo alla vigilia delle elezioni politiche che si terranno alla fine del prossimo mese di febbraio, in una situazione di malessere che attanaglia il nostro Paese e che potrebbe pregiudicare l’esito delle votazioni per l’incertezza di coloro che in una situazione di estrema confusione sono chiamati  alle urne. Questo avvenimento, considerato il clima chiassoso che precede tali elezioni, mi fa tornare alla mente un libretto dell’antica Roma ” Il Commentariolum Petitionis ” ( Piccolo manuale  del candidato ), indirizzato da Quinto Tullio Cicerone all’illustre fratello Marco, in prossimità della sua partecipazione alle elezioni a console, con il quale gli fornisce alcuni consigli comportamentali finalizzati ad assicurargli il successo. Alcuni decenni fa, il compianto prof. Domenico Romano, insigne latinista dell’ Università di Palermo, mi fece dono di un volumetto che riportava il testo di tale opera con traduzione a fronte e un approfondito commento, dimostrando l’assoluta autenticità del documento e analizzandone la composizione e la forma, nella consapevolezza della attualità  del suo contenuto.
Il Commentariolum Petitiones fu scritto alla fine dell’anno 65 a.c. o agli inizi del 64. Mancano soltanto pochi mesi allo svolgimento delle elezioni consolari di Roma. Quinto Tullio Cicerone, sapendo che il fratello Marco ha come avversari uomini temibili nell’intrigo politico, si preoccupa di fornirgli mediante un vademecum del candidato i suggerimenti   idonei per fronteggiare durante la campagna questi pericoli. Dopo un breve preambolo con cui raccomanda di non cadere negli stessi errori degli avversari che si servono di ogni mezzo pur di riuscire, compreso l’uso della largitio cioe` l’acquisto  di voti, scrive queste praecepta che se fedelmente osservate potranno fare diventare Marco l‘homo novus che si impone all’intero elettorato: ” Poni mente alla città in cui ti trovi, a che cosa aspiri, chi sei. Quasi giornalmente, nel discendere nel foro devi meditare su ciò: sono un uomo nuovo, brigo per il consolato, la città è Roma “. E di seguito: “…numerose e molto utili sono le amicizie che si acquistano durante la campagna elettorale. Infatti, tra i molti fastidi che comporta la campagna elettorale, c’è un vantaggio: tu puoi, senza vergognartene, mentre non potresti in qualsiasi momento della vita stringere tutte le relazioni che vuoi con tutte quelle persone cui parrebbe una cosa assurda che tu in un tempo diverso permetterai che ti trattassero familiarmente; nel periodo delle elezioni, invece, se non ti comportassi in questo modo con molte persone, e con diligenza, sembreresti un candidato di nessun conto “. Riguardo all’organizzazione capillare cui il candidato deve badare se vuole riuscire scrive: “…esamina attentamente tutta quanta la città, tutti i borghi, i rioni. Se  riuscirai ad avere dalla tua parte i capi di ogni quartiere, con facilità avrai in pugno tutta la rimanente popolazione. Fa’ poi  in modo che tutta quanta l’Italia sia presente alla tua mente ed alla tua memoria, distribuita per tribù e nel suo insieme, perché non ci sia municipio, colonia, prefettura, infine una qualsiasi località dell’Italia, la quale tu lasci che non rappresenti per te un sostegno sufficiente “. Durante il periodo preelettorale ” occorre che tu ti giovi della frequenza quotidiana di ogni genere di persone, di ogni ordine ed età`. A questo proposito bisogna distinguere tre specie di persone: i salutatori, quando vengono a casa, gli accompagnatori, i corteggiatori. Per quanto riguarda i salutatori, che sono i più comuni, e che secondo una consuetudine che è ancora viva vengono in maggior numero, si deve fare in modo che questo loro segno di ossequio anche se minimo, sembri che tu lo gradisci molto…L’ufficio  degli accompagnatori è più importante di quello dei salutatori, e per questo mostra e fa’ vedere che ti è più gradito e, per quanto sarà possibile, scendi nel foro in determinate ore. Molto accresce la reputazione ed il lustro l’essere accompagnato giornalmente da uno stuolo di persone. La terza categoria è rappresentata dalla fitta schiera dei corteggiatori. Quelli che sono tali volontariamente fa’ che comprendano che tu sei obbligato per sempre da questo grande servizio che ti rendono… “. Questo è il lato buono della questione: si tratta di mettere in pratica i consigli che riguardano esclusivamente il comportamento del candidato. Ma poi ci sono le condizioni ambientali che possono danneggiare la figura del candidato, c’è la lotta spietata degli avversari, la giungla delle passioni che possono alterare l’onesto svolgimento delle elezioni, per cui bisogna stare accorti: ” Dovunque c’è frode, invidia, perfidia. Non è questo il momento di riprendere l’infinita questione da quali indizi si può riconoscere chi è  benevolo da chi finge di esserlo. E quando avrai stabilito quali amici hai a te devoti, allora cerca di conoscere anche la specie e le caratteristiche di coloro che ti invidiano. Ce ne sono di tre categorie: quelli ai quali hai arrecato danno, quelli che senza una vera ragione non ti amano, quelli che sono molto amici dei tuoi competitori “. Per quanto riguarda poi le promesse elettorali, Quinto Tullio Cicerone non va tanto per il sottile, prometta pure il candidato anche se non ha la certezza di non potere mantenere gli impegni assunti, perché` purtroppo ” gli uomini sono fatti così: preferiscono la menzogna al rifiuto”.
Questi insegnamenti in ultima analisi sono intesi a garantire l’affermazione del candidato nella sua carriera politica, sostenendo i suoi interessi personali e ignorando qualsiasi vincolo moralistico pur di emergere.. Vogliamo sperare che nelle imminenti elezioni non si verifichino i fenomeni che purtroppo abbiamo registrato in tante altre competizioni, quali il clientelismo, la corruzione ed il trasformismo, per i quali è dovuta intervenire il più delle volte la magistratura. Questa campagna elettorale privilegi i candidati in lizza, che si sono prefissi con serietà e dedizione di contribuire durante il loro mandato alla soluzione degli annosi problemi che angosciano il Paese senza perseguire soltanto l’interesse di assicurarsi una poltrona in Parlamento. L’apparato mediatico televisivo ci propina in ogni ora di queste ultime settimane che precedono le elezioni servizi nei quali si alternano i concorrenti dei vari partiti, i quali promettono mari e monti per superare la crisi, ridurre la disoccupazione, abbassare le tasse ed aumentare la crescita dell’attività industriale e commerciale. I cittadini ascoltano fiduciosi questi messaggi e rimangono in attesa che ciò si avveri in maniera concreta.