Curare il Covid a casa: lo studio dell’Istituto Mario Negri circa un possibile trattamento precoce

Oggi parliamo della pubblicazione preprint (una sorta di anticipazione per disporre in tempi rapidi dei relativi risultati) dello studio di osservazione riferito ai pazienti Covid-19, condotto dall’Istituto Mario Negri di Milano, finalizzato a prevenirne l’ospedalizzazione. Il titolo in lingua originale è A simple, home-therapy algorithm to prevent hospitalization for covid-19 patients: a retrospective observational matched-cohort study.

Il prof. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRCCS), con all’attivo più di 1440 pubblicazioni su riviste Internazionali e 16 libri, editorialista del Corriere della Sera, specializzato in Nefrologia Medica, docente universitario e dal 2011 Direttore del Dipartimento di Medicina dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII (ex Ospedali Riuniti) di Bergamo è coautore dello studio; lui stesso ha definito i risultati e dati emersi di un certo interesse con riguardo all’ospedalizzazione. L’obiettivo dell’indagine scientifica, al pari di altre attualmente in corso, è quella di presentare ai medici di base e di medicina generale una possibile cura precoce nelle prime fasi dell’infezione, con indubbi vantaggi sia per il paziente – che si risparmierebbe i sintomi più gravi ed auspicabilmente il ricovero – così come per il sistema sanitario, viste le note criticità dovute alla pandemia. Lo studio ha evidenziato che nei primi 2 o 3 giorni il virus è in fase di incubazione ed il paziente asintomatico (“presintomatico”), mentre nei 4-7 giorni successivi, aumentando la carica virale, compaiono i primi sintomi (tosse, febbre, stanchezza, dolori muscolari, mal di gola, nausea, vomito, diarrea). In sostanza, intervenendo in questa fase e curandosi a casa, come si farebbe con qualsiasi altra infezione respiratoria e senza attendere l’esito del tampone, si potrebbe velocizzare il recupero, evitando o quanto meno riducendo l’ospedalizzazione. Lo studio clinico ha riguardato novanta persone trattate a domicilio dai medici di famiglia, nel periodo compreso tra ottobre 2020 e gennaio 2021, operando un confronto coi risultati di pazienti con analoghe caratteristiche (età, sesso, situazione clinica e sanitaria), ma trattati con altri regimi terapeutici. Si legge sul sito dell’Istituto Mario Negri che “Le analisi di questo studio sono state effettuate con il metodo intention to treat, cioè un’analisi statistica che, nella valutazione di un esperimento, si basa sugli intenti iniziali di trattamento e non sui trattamenti effettivamente somministrati.” Gli esiti sono stati estremamente positivi per gli interessati: si è riscontrata una riduzione di oltre il 90 per cento del numero dei giorni di ricovero (e degli oneri di trattamento). Riguardo i tempi di risoluzione dei sintomi più importanti si parla di 18 giorni per i pazienti domiciliari, a fronte di 14 nel gruppo di controllo: in pratica il trattamento precoce non influenza tanto la durata della malattia, quanto le manifestazioni cliniche, con conseguente esclusione o forte riduzione dell’ospedalizzazione. Giova ricordare che già durante la cosiddetta prima fase dell’epidemia alcuni medici dell’ATS di Bergamo hanno messo in pratica analoghi trattamenti su oltre cento pazienti positivi e sintomatici al Covid-19, tutti guariti senza ricovero ospedaliero. Secondo quanto riportato nello studio, se la febbre non fosse l’unico sintomo presente “i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) così come anche l’acido acetilsalicilico (aspirina), sono da preferirsi al paracetamolo. Quest’ultimo, infatti, non solo ha una bassa attività antinfiammatoria ma, secondo alcuni esperti, diminuisce le scorte di glutatione, una sostanza che agisce come antiossidante. La carenza di glutatione potrebbe portare ad un ulteriore peggioramento dei danni causati dalla risposta infiammatoria, che si verifica durante l’infezione Covid-19. Il beneficio offerto dai FANS nel ridurre l’infiammazione potrebbe, invece, tradursi in una minore progressione della malattia.” Fondamentale il ruolo del medico di famiglia nel valutare le singole situazioni e la terapia da somministrare, monitorando costantemente l’evoluzione del quadro clinico giorno per giorno. Lo studio indica anche ulteriori trattamenti e medicinali, per i quali si fa rinvio alle indicazioni contenuti nei link istituzionali dell’Istituto Mario Negri di Milano (https://www.marionegri.it/magazine/covid-19-cure-domiciliari; Link Vademecum Anticovid: https://docs.marionegri.it/website/Vademecum%20+%20copertina_S.pdf).

Mi sia consentito, in chiusura, rivolgere un grande in bocca al lupo a tutte le persone coinvolte, con l’augurio che tutto questo divenga presto solo un brutto ricordo e ringraziare di cuore tutti coloro – medici e sanitari – che si sono impegnati e si stanno adoperando quotidianamente, lontano dalle luci dei riflettori, per garantirci cure e benessere.

di Paolo Arigotti