Coronavirus, gli strumenti adottati dal Governo per salvare lo sport dilettantistico

L’intera economia italiana è stata colpita nelle ultime settimane dalla pandemia legata al virus Covid-19: ristoranti, alberghi, aziende di qualsiasi settore hanno dovuto chiudere i propri battenti, seguendo i dictat del governo italiano per contenere il contagio. Tra queste ci sono anche le associazioni e società sportive dilettantistiche sparse in tutto il territorio. Stiamo parlando di oltre 100mila realtà ramificate in tutte le regioni: dalle piscine ai campi di calcio, dai tatami degli sport di combattimento ai campi di basket o volley, dai circoli di tennis o di golf, fino ad arrivare alle classiche sale fitness e palestre.

In Italia, secondo l’Istat, 20 milioni di persone praticano attività sportive con più o meno impegno, mentre i tesserati, divisi tra le federazioni sportive che fanno parte del Coni e gli enti di promozione riconosciuti, sono almeno 12 milioni.

La pratica sportiva è una delle attività irrinunciabili non solo sotto il profilo educativo e della salute per l’uomo, ma hanno anche un valore rilevante sotto il profilo economico: il settore genera l’1,8% del Pil nazionale (3,6% con l’indotto) e dà lavoro a più di un milione di persone, la maggior parte precari, rimasti da un giorno all’altro senza reddito.

Ovviamente le istituzioni governative si sono mosse per cercare di salvaguardare i diversi settori del nostro paese attraverso delle misure straordinarie di carattere economico e sociale incluse nel Decreto – legge “Cura Italia” del 17 Marzo 2020.

Nel Decreto viene citato anche il mondo dello sport, data la sua importanza in termini numerici. In particolare, vengono dettati degli strumenti per cercare di non affossare i diversi stakeholders che operano nell’ambito sportivo professionistico, ma soprattutto dilettantistico, quali associazioni, tecnici, collaboratori e atleti. Tra questi, quello più importante è sicuramente legato alla previsione dell’erogazione di un’indennità di 600 euro prevista per i collaboratori sportivi, per un totale di 50 milioni di euro.

In relazione proprio a questo, lunedì 6 Aprile 2020, è stato emanat il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze accompagnato dal Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, sulla base del quale sono definite le modalità di presentazione delle domande a Sport e Salute S.p.A., azienda pubblica che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, producendo e fornendo servizi di carattere generale, per ricevere l’indennità prevista dal Decreto Legge per il mese di marzo 2020 a favore dei collaboratori sportivi.

A partire dalle ore 14:00 di martedì 7 Aprile 2020, è possibile collegarsi al sito di Sport e Salute (https://www.sportesalute.eu/) per compilare la propria domanda per richiedere l’indennità di 600 euro.

La procedura prevede tre fasi:

  • la prenotazione: per prenotarsi è necessario inviare un SMS con il proprio Codice Fiscale al numero disponibile da martedì 7 aprile sul sito. Dopo aver inviato l’SMS, si riceverà un codice di prenotazione e l’indicazione del giorno e della fascia oraria, in cui sarà possibile compilare la domanda sulla piattaforma;
  • l’accreditamento: per accreditarsi è necessario disporre di un proprio indirizzo mail, del proprio Codice Fiscale e del codice di prenotazione ricevuto a seguito dell’invio dell’SMS;
  • la compilazione e l’invio della domanda: subito dopo l’accreditamento, sarà possibile accedere alla piattaforma, compilare la domanda, allegare i documenti e procedere con l’invio.

Tuttavia ci sono delle limitazioni legate al rapporto di collaborazione per poter presentare la domanda e ricevere l’indennità:

  1. deve essere con Federazioni Sportive Nazionali, Enti di Promozione Sportiva, Discipline Sportive Associate nonché con Società e Associazioni Sportive Dilettantistiche; si sottolinea che le Società e Associazioni Sportive Dilettantistiche devono essere iscritte, alla data di entrata in vigore del Decreto Legge “Cura Italia”, nel Registro delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche tenuto dal CONI e che gli Organismi Sportivi devono essere riconosciuti, ai fini sportivi, dal CONI;
  2. doveva esistere già alla data del 23 febbraio 2020 ed essere in corso alla data del 17 marzo 2020 (data di entrata in vigore del Decreto Legge “Cura Italia”);
  3. non deve rientrare nell’ambito di applicazione dell’art. 27 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 (liberi professionisti titolari di Partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione Separata INPS di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335). 

Questo è uno dei tanti mezzi messi a disposizione dal governo italiano al servizio del mondo sportivo, e ci auspichiamo che possano aiutare le società a far fronte a questa crisi, in modo da tornare a praticare il nostro sport preferito all’interno dei circoli, una volta che tutto questo brutto incubo sarò finito.

di Massimiliano Gonzi