Comportamenti green, divieto di discriminazione, criteri di misurazione della performance, controlli telematici: i nuovi parametri del codice di comportamento del pubblico impiego

Forti innovazioni e limiti  sono stati introdotti  nel codice di comportamento dei dipendenti pubblici,  se si considerano, principalmente, i nuovi sistemi di misurazione della performance, ma non solo.

Invigorita di nuova  linfa la  produttività individuale, ora parametrata su un articolato processo dei sistemi di regolamentazione di misurazione della performance, risulta variabile  in relazione al raggiungimento dei risultati programmati.

A ciò si aggiunge il divieto di utilizzo dei social media e di tutti i comportamenti che possano, direttamente o indirettamente, arrecare nocumento all’immagine  ed al decoro dell’amministrazione di appartenenza.

Il rispetto dell’ambiente e l’introduzione dell’obbligo di riduzione del consumo energetico è diventato pur esso un parametro di misurazione del comportamento da osservare – senza margini derogatori – nello svolgimento delle mansioni istituzionali.

Quanto al dispendio energetico da veicolare per lo svolgimento degli individuali compiti istituzionali, è fatto obbligo al dipendente non solo di attenersi al rispetto dell’orario di lavoro, ma il dovere di impegnare il proprio tempo nella maniera più utile ed efficiente a beneficio della collettività, al cui servizio è posto il suo ruolo nell’ambito dell’organigramma della pubblica amministrazione, che procede di pari passo con le consuete responsabilità che gli competono.

Di prassi i beni che gli vengono affidati devono essere utilizzati esclusivamente per ragioni istituzionali e per le ragioni dell’ufficio che rappresenta: elemento di non poca importanza, tenuto contro della facoltà di controlli che la PA può in qualsiasi momento attivare al fine di verificare il corretto utilizzo dei beni, che offre in dotazione ai dipendenti.

Il dipendente è tenuto ad avere un rapporto propositivo e collaborativo con la propria amministrazione e con i cittadini relativamente alle procedure poste al servizio della  collettività dei fruitori di servizi pubblici, verso i quali,  oltre  al dovere di adottare pratiche misure di semplificazione delle procedure per l’erogazione dei servizi offerti dalla PA,  è tenuto a stabilire un adeguato livello di collaborazione e di fiducia, consentendo l’accesso a tutte le  informazioni a cui è possibile accedere, ove non limitato da uno specifico divieto nei regimentati casi in cui siano inserite in apposito elenco preclusivo di richiesta di accesso.

Sul punto nel codice si riporta testualmente che” non ne ostacola l’esercizio dei diritti. Favorisce l’accesso degli stessi alle informazioni a cui abbiano titolo e, nei limiti in cui ciò non sia vietato, fornisce tutte le notizie e informazioni necessarie per valutare le decisioni dell’amministrazione e i comportamenti dei dipendenti”.

Il comportamento dei dipendenti pubblici dev’essere rispettoso dell’ambiente: richiesto un maggiore rigore, limitati e ridotti gli atteggiamenti che siano in distonia con questo nuovo parametro comportamentale.

Si è arrivati ad una riforma sostanzialmente improntata su una maggiore vivibilità e rispetto degli ambienti di lavoro.

L’intento di ottimizzare le risorse è di per sé un indice di miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini, una variegata collettività che abbisogna non solo di ausilio, ma principalmente di comprensione e compenetrazione nella realtà amministrativa di cui essa stessa è corpo integrante, in una prospettiva di crescita globale, interna ed esterna al sistema che i dipendenti pubblici rappresentano.

Un’ulteriore importante novità è il divieto di discriminazione improntato sulle condizioni personali.  Si tende a soddisfare principalmente i bisogni dell’utenza ed ad livellare il proprio comportamento verso l’integrità  psichica nei rapporti con gli altri dipendenti per un pieno rispetto della dignità, integrità  fisica e della personalità  dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

È stato, inoltre, introdotto il controllo degli accessi telematici effettuati dai dipendenti, per scongiurare eventuali violazione della privacy in ordine ad attività telematiche non autorizzate o che addirittura esulino dai  propri  compiti,  al fine di poter valutare la congruità e correttezza dei comportamenti, anche verso la collettività che si rappresenta relativamente  all’effettivo svolgimento dei propri compiti istituzionali.

di Angela Gerarda Fasulo