Best Regards di e con Marco D’Agostin

Tra i protagonisti più interessanti della new wave coreografica italiana, Marco D’Agostin il 28 aprile al Teatro Palladium in Roma ha portato in scena, per la prima volta a Roma, nell’ambito di Orbita la stagione danza diretta da Spellbound, l’unico spettacolo italiano presentato alla Biennale di Venezia e che vanta la nomination al Premio Ubu 2021: Best Regards. Marco D’Agostin è un artista attivo nel campo della danza e della performance, vincitore del Premio UBU 2018 come Miglior Performer Under 35. Nel triennio 22/24 è Artista Associato del Piccolo Teatro di Milano.

Il suo lavoro si interroga sul ruolo e il funzionamento della memoria, e pone al centro la relazione tra performer e spettatore. La danza, una geografia complessa in cui suoni, parole e movimenti collidono di continuo, tende sempre verso la compromissione emotiva di chi la compie e di chi la guarda.

Dopo una formazione con maestri di fama internazionale (Yasmeen Godder, Nigel Charnock, Rosemary Butcher, Wendy Houstoun, Emio Greco), ha iniziato la propria carriera come interprete, danzando per, tra gli altri, Claudia Castellucci / Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Liz Santoro, Iris Erez, Tabea Martin, Sotterraneo.

Dal 2010 ad oggi ha sviluppato la propria ricerca coreografica come artista ospite di numerosi progetti internazionali (ChoreoRoam Europe, Act Your Age, Triptych). È stato per due volte tra le Priority Company del network europeo Aerowaves.

Ha presentato i propri lavori in molti dei principali festival e teatri europei (Rencontres chorégraphiques int. de Seine-Saint-Denis, Théâtre de La Ville a Parigi, Kampnagel ad Amburgo, Les Brigittines a Bruxelles, The Place Theater a Londra, Sala Hiroshima a Barcelona, Tanzhaus di Zurigo, Schaubühne a Lipsia, SESC Pompeia a San Paolo, Santarcangelo Festival, Romaeuropa Festival, VIE Festival, Torinodanza, OperaEstate, per citarne alcuni). Dal 2019, su invito di Boris Charmatz, è uno dei venti danzatori del progetto XX Dancers for the 20th century, per il quale interpreta il repertorio «Schuhplattler» dello spettacolo Folk-s di Alessandro Sciarroni. Nel 2020 è stato invitato da Marie Chouinard, direttrice della Biennale Danza, a realizzare una nuova creazione per i danzatori di Biennale College.

Marco D’Agostin_ph. Alice Brazzit per gentile concessione Ufficio stampa GDG press

Best Regards è un omaggio al coreografo britannico Nigel Charnhock, scomparso nel 2012, eccellenza della danza internazionale, autore di vere e proprie esplosioni ipercinetiche e fra i fondatori del celebre collettivo DV8 – Physical Theatre. Il performer britannico ha incarnato alla perfezione quella possibilità dell’arte che David Foster Wallace avrebbe chiamato “failed entertainment”, allargando le maglie del genere “danza contemporanea” e firmando spettacoli di massima intensità sui temi della sessualità, dell’amicizia e dell’amore, sfidando i clichè e non temendo lo scandalo.

All’ombra di un tempo scaduto e sotto la luce che il grande performer continua a proiettare, D’Agostin celebra la memoria di Nigel Charnhock con un one man show di azioni cantate, recitate e coreografiche. “Best Regards è la lettera che scrivo, con 8 anni di ritardo, a qualcuno che non risponderà mai”. Partendo dalla lettera mai recapitata che Wendy Houstoun scrisse al suo amico e collega Charnhock definendolo “too much”, il coreografo italiano mette sotto accusa il tempo per indagare le conseguenze emotive di un rapporto epistolare che viaggia su galassie non sincronizzate. Con uno spettacolo di intrattenimento disperato, D’Agostin cerca di porre a sé e al pubblico la stessa domanda “Cosa scriveresti a qualcuno che non leggerà mai le tue parole?” Un modo per dire “Dear N, I wanted to be too much too”.

di Eleonora Marino