“L’autotutela” è uno strumento che oggi la pubblica amministrazione attiva al suo interno al fine di migliorare con tempismo, celerità e massima efficienza l’intervento postumo a correzione di decisioni amministrative errate e illegittime e pertanto al fine di migliorare il rapporto con gli utenti.
Questo strumento costituisce una valida azione riduttiva dell’ordinario contenzioso amministrativo e giudiziario, eliminandolo completamente, ove accogliendo l’istanza del contribuente faccia un passo indietro rispetto alla determinazione assunta per errore.
Si tratta di arrivare ad una rivisitazione del provvedimento che normalmente avviene:
- su istanza dell’interessato;
- in sede di precontenzioso amministrativo per rivedere in senso favorevole all’interessato le decisioni già adottate;
- su iniziativa d’ufficio.
L’annullamento d’ufficio determina l’eliminazione dei vizi – con efficacia retroattiva – e la conseguente perdita di efficacia del provvedimento, che ne ha determinato il ricorso dell’istanza in autotutela con efficacia retroattiva.
Ovviamente ogni rettifica che ne consegue tende all’eliminazione di ogni tipo di errore materiale e di calcolo dovuto ad inesattezza o ad incompletezza anche in ordine ad un’erronea lettura e disamina della documentazione, che è posta alla base di un determinato provvedimento.
Ove in riesame avvenga prima della decisione dell’organo chiamato a pronunciarsi sulla procedura in contenzioso, lo stesso ha lo scopo di arrivare alla definizione di una vertenza bloccandone il successivo iter.
L’istruttoria normalmente è condotta dall’ufficio che ha prodotto l’atto oggetto di riesame, che, di prassi, si avvale dei pertinenti settori legali per poter addivenire ad una rettifica dell’atto medesimo.
di Angela Gerarda Fasulo