ASPETTANDO GODOT

C’è qualcosa che mi sfugge e che non torna nella vicenda della crisi finanziaria e delle varie manovre che si sono succedute, fino a giungere a quella del “nuovo” Governo.

In primo luogo evidentemente sono condizionato dalla mia formazione che mi ha posto dei limiti, tanto è vero che io il termine “speculazione” non riesco ad assimilarlo come qualcosa di lecito, di corretto, o quantomeno di moralmente accettabile.

Non so perché ma mi fa ripensare ai racconti che mi facevano gli anziani quando parlavano della borsa nera durante il periodo bellico.

Da questa mia convinzione (forse non sono al passo con i tempi) deriva anche una certa difficoltà a trovare il bandolo della matassa circa questa crisi e gli effetti della stessa sulle nostre vite.

I titoli di stampa, che nel testo riportano dichiarazioni di esponenti governativi, hanno spesso parlato di attacco della speculazione all’Italia e/o all’euro.

Qui scatta la mia difficoltà a considerare quello che è successo dopo.

Molto banalmente avverto un senso di fastidio pensando che c’è qualcuno, ovvero il signor speculatore, che trama e opera in modo da trarre profitto ai miei danni.

Lo fa con grande maestria e probabilmente in combutta con altri signori, tanto che io percepisco tutto ciò come estremamente negativo, ovvero come se io rimanessi vittima di una violenza, di un raggiro che nasce dal fatto che qualcuno speculi sulla mia difficoltà.

Non è molto carino come pensiero, vero? Di certo non fa stare tranquilli.

Però, quando penso a quello che sta avvenendo, penso anche che sono cittadino di uno Stato, che ha istituzioni importanti che dovrebbero essere in grado di tenermi al riparo da queste cose.

C’è un sistema politico, con una massa sconfinata di pensatori, che dovrebbe essere in grado di guardare un poco più in là delle prossime elezioni.

Pensare di essere in una specie di giungla, circondato da voraci speculatori e non avere neanche uno straccio di difesa, è una cosa che mi lascia davvero perplesso e mi fa porre delle domande amare che ben si possono immaginare.

Poi leggo altri titoli e scopro che il Governo in carica si è presentato, madido di sudore e stillando lacrime con un piano che deve essere approvato, altrimenti non ci saranno a breve i soldi per le pensioni e gli stipendi.

Sono preoccupato e non poco!

Già gli stipendi e le pensioni che sono erogate non fanno la gioia di nessuno, ma poi a restare senza c’è il rischio di non poter saldare il conto con il salumiere ed il panettiere!

Davvero un problema serio,che pone la necessità di prendere idonee contromisure.

Pensando poi al Governo che ha appena abbandonato il campo mi pare di non ricordare nessun grido di allarme in tal senso , ma forse mi sbaglio e mi rimane questo dubbio.

Non mi pare di aver sentito il Ministro delle Finanze dire che stavano per finire i soldi per le pensioni e per gli stipendi e non mi pare che quello che di solito mazzolava i dipendenti pubblici abbia detto una cosa del genere, anzi egli al contrario proponeva il dividendo per l’efficienza!

Allora mi chiedo qual è la vera realtà ?

Certo non è un dettaglio da poco, ma almeno serve a capire se uno mena il can per l’aia e l’altro sta pigliando lucciole per lanterne.

Sembra che dal blocco della indicizzazione delle pensioni si ricavino subito 3,8 mld di euro. Cifra importante!

Si sistemano un poco le malridotte casse dello Stato, così subito possiamo investire 1,4 mld di euro per le missioni all’estero e l’onore è salvo!

Allora occorre essere persone di buona fede, riporre la fiducia nei nostri governanti, essere sicuri che essi manovrano per condurre saldamente il nostro Paese verso lidi migliori e un futuro più prospero.

Adesso aspettiamo i provvedimenti relativi al lavoro che saranno accolti dai cittadini con lo stesso spirito di fiducia.

Si, siamo davvero ansiosi di conoscere quali saranno le proposte, anzi le decisioni assunte (perché essi non fanno proposte, ma decidono).

Sarà davvero istruttivo cercare di capire come la catena produttiva italiana, che è fatta da una grande massa di piccole aziende che talvolta si confronta con il mercato estero e per lo più con il mercato interno, dinanzi e una stagnazione annunciata e consolidata, un generale arretramento delle retribuzioni e pensioni e di fronte alla crescita della inflazione possa creare posti di lavoro degni di tale nome.

Staremo a vedere, intanto speriamo che il signor speculatore stia buono buono, soddisfatto di quanto ha messo in granaio e non ci dia altri grattacapi.

Dimenticavo, navigando navigando ho visto in un sito uno strano annuncio: “vendesi a prezzi scontatissimi la classe politica italiana, come nuova, mai usata!

“ E’ proprio vero, l’irriverenza sta toccando l’indecenza! Ma che strano ed irriconoscente Paese!