Alcuni effetti della recente guerra in Ucraina sull’Unione Europea

In Europa la guerra in Ucraina ha generato un misto di incredulità e stordimento, ma uno dei principali effetti collaterali dell’invasione russa dell’Ucraina, dal punto di vista politico, è stato quello di portare ad una riscrittura importante del prossimo documento di strategia militare dell’Unione Europea. E proprio la sfida alla sicurezza europea, rappresentata dall’operazione di Mosca, ne è diventato il filo conduttore.

Anche se il nuovo progetto di documento strategico è stato formalmente presentato ai ministri degli esteri dell’UE lo scorso novembre 2021, ben prima che la Russia invadesse l’Ucraina, la bozza finale dovrebbe essere adottata dai leader dell’Unione nel mese di marzo 2022, sotto la presidenza francese del Consiglio.

La guerra è tornata in Europa e, insieme ai grandi cambiamenti geopolitici, sta mettendo in crisi la capacità europea di promuovere la propria visione del mondo. C’è un ambiente di sicurezza più ostile e questo è bastato per far aumentare le spese militari che la Germania ha portato nell’immediato a cento miliardi di euro.

Dopo il 24 febbraio il blocco dei paesi dell’Unione Europea è “più unito che mai”, mentre la Russia è tornata al centro dello scenario come ai tempi della “Guerra fredda”, dato che le sue azioni hanno dimostrato che essa sta attivamente cercando di ripristinare ed espandere le cosiddette sfere di influenza.

Si è disposti ormai ad utilizzare il più alto livello di forza militare, indipendentemente da considerazioni legali o umanitarie, combinando tattiche ibride, attacchi informatici e manipolazione e interferenza di informazioni straniere, coercizione energetica e, come se non bastasse, anche una retorica nucleare aggressiva.

Il diritto internazionale incentrato sull’integrità territoriale degli stati e dei confini, sull’astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza e sulla libertà dei paesi di scegliere o modificare le proprie disposizioni di sicurezza sono stati tutti contestati dalla Russia nel caso di specie dell’Ucraina.

Ciò ha comportato un immediato rafforzamento della partnership strategica dell’Unione Europea con la NATO e con la difesa euro-atlantica.

L’Unione Europea sarà portata ad utilizzare anche uno strumento di finanziamento fuori bilancio “European Peace Facility” (EPF) con un massimale di cinque miliardi di euro per fornire aiuti militari. Cosa mai immaginata prima apertamente nella storia dell’Unione.

Il blocco dei paesi UE definirà obiettivi che verteranno sull’aumento e sul miglioramento della spesa per la difesa entro la metà del 2022, con la Commissione europea incaricata di sviluppare ulteriori incentivi per gli investimenti collaborativi.

Uno di tali passi è stata la recente proposta dell’Esecutivo dell’Unione di attuare un’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto (IVA) al momento dell’acquisto di attrezzature per la difesa prodotte in Europa per la promozione di progetti congiunti nel campo degli armamenti.

di Carlo Marino

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