Napoli, con “Keramikos 2020” in mostra “virtuale” le ceramiche mediterranee

Nella Sezione Orientale del Museo Duca di Martina di Napoli, in via Aniello Falcone 171 è visibile, al momento solo virtualmente, la rassegna di scultura ceramica contemporanea “Mediterraneo: Keramikos 2020”, a cura di Lorenzo Fiorucci, organizzata dall’associazione culturale “Magazzini della Lupa”, in collaborazione con il Polo museale della Campania e il Museo Duca di Martina. L’esposizione è visitabile online, arricchita da eventi collaterali finalizzati alla divulgazione, al confronto e alla valorizzazione della scultura ceramica italiana nel più vasto orizzonte dell’arte contemporanea. La mostra si concentra sul Mediterraneo quale filo conduttore che lega Napoli, la sua storia e la sua cultura, alla materia prima per eccellenza: la terra, con cui nei secoli l’uomo ha elaborato forme, narrato storie, impresso credenze, mescolato culture talvolta molto lontane e diverse, capaci oggi di offrire suggestioni formali, evocare itinerari e memorie di viaggi che riecheggiano anche nelle collezioni del Museo Duca di Martina. Sul tema si sono interrogati 26 artisti, suddivisi in tre ambiti: una sezione “Omaggio”, che rappresenta un tributo a quattro maestri della scultura del Novecento – Clara Garesio, Muky, Giuseppe Pirozzi e Franco Summa – e due sezioni che sintetizzano le modalità con cui gli artisti si sono relazionati al Mediterraneo: “Memoria del Mediterraneo”, con opere di Toni Bellucci, Andrea Caruso, Tonina Cecchetti, Eraldo Chiucchiù, Giorgio Crisafi, Carla Francucci, Evandro Gabrieli, Mirna Manni, Sabine Pagliarulo, Angela Palmarelli, Antonio Taschini, e “Metafora del Mediterraneo”, in cui espongono Rosana Antonelli, Luca Baldelli, Massimo Luccioli, Massimo Melloni, Riccardo Monachesi, Sabino de Nichilo, Marta Palmieri, Attilio Quintili, Mara Ruzza, Stefano Soddu, Alfonso Talotta. Nata nel 2007 con l’intento di valorizzare la ceramica quale medium espressivo, la biennale “Keramikos” testimonia la vitalità di una tradizione scultorea antichissima e la sua sempre più assidua presenza sulla scena artistica contemporanea. Dal 2014 è ideata e organizzata dall’associazione culturale “Magazzini della Lupa” di Tuscania (Viterbo), che negli anni ha contribuito a diffondere, attraverso mostre e pubblicazioni, la conoscenza della scultura ceramica contemporanea. Questa edizione partenopea conferma l’impostazione data dal curatore Lorenzo Fiorucci all’edizione di Viterbo nel 2018, perfezionandone ulteriormente la proposta: non più una visione che storicizza il contemporaneo, ma all’opposto le ricerche odierne che attualizzano e riflettono attorno ad un argomento che attraversa la storia. La mostra è corredata da un catalogo edito da Freemocco, con presentazione di Anna Imponente, introduzione di Luisa Ambrosio e testi di Valentina Fabiani, Lorenzo Fiorucci, Domenico Iaracà, Francesca Pirozzi, Marco Maria Polloniato. Il Museo Duca di Martina è sede, dal 1931, di una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative. Comprende oltre seimila opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, il cui nucleo più cospicuo è costituito dalle ceramiche. La raccolta, che dà il nome al Museo, è stata costituita nella seconda metà dell’Ottocento, da Placido de Sangro, duca di Martina e donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi. Il duca era nato a Napoli nel 1829 ed apparteneva ad un illustre casato strettamente legato alla corte borbonica. Dopo l’unità d’Italia si trasferì a Parigi, dove iniziò ad acquistare oggetti d’arte applicata, entrando in contatto con i maggiori collezionisti europei, come i Rothschild, e partecipando alle grandi esposizioni universali che proprio in quegli anni, tra Londra e Parigi, avevano contribuito a far nascere un forte interesse per le arti applicate all’industria. Il Museo si sviluppa su tre piani; al piano terra sono esposti, oltre ad alcuni dipinti, avori, smalti, tartarughe, coralli e bronzi di epoca medioevale e rinascimentale, maioliche rinascimentali e barocche e vetri e cristalli dei secoli XV- XVIII, mobili, cofanetti e oggetti d’arredo; al primo piano è collocata la raccolta di porcellane europee del XVIII secolo costituita da nuclei delle più importanti manifatture del Settecento, Meissen, Doccia, Napoli e Capodimonte, porcellane francesi, tedesche ed inglesi. Infine al piano seminterrato, è stata riallestita da pochi anni la sezione di oggetti d’arte orientale, tra cui notevole è la collezione di porcellane cinesi di epoca Ming (1368- 1644) Qing (1644- 1911) e Giapponesi Kakiemon ed Imari. La struttura è inserita nella settecentesca villa Floridiana. La ristrutturazione dell’intero complesso fu affidata all’architetto Antonio Niccolini che, tra il 1817 e il 1819, progettò sia il rifacimento in stile neoclassico della palazzina sia la riconfigurazione dei giardini all’inglese, secondo la moda del tempo. Il Niccolini, sfruttando il naturale andamento del terreno, digradante verso il mare, ridisegnò le aree esterne, alternando vaste praterie ed aiuole con quinte scenografiche a zone “a boschetto” e terrazzamenti scoscesi. Fu lui ad ideare un teatrino all’aperto, un tempietto ionico, le serre ed alcune grotte per animali esotici, unici elementi architettonici ancora oggi esistenti nell’attuale area del Parco, che fanno percepire l’originaria atmosfera pittoresca. Gli edifici monumentali ed il parco hanno però continuato a subire numerose trasformazioni fino al 1919, anno in cui la villa è stata acquistata dallo Stato e destinata a sede museale. La villa è anche dotata di spazi che possono essere dati in concessione per eventi. L’auspicio è che tale struttura artistica e monumentale possa essere fruibile di nuovo ed al più presto da un vasto pubblico, interessato a scoprire le bellezze mediterranee dell’arte e dell’artigianato.

Informazioni: Museo Duca di Martina, via A. Falcone 171, 80127 Napoli, tel. 081-5788418, www.polomusealecampania.beniculturali.it. Mail: pm-cam.martina@beniculturali.it. Fb: facebook.com/rassegnakeramikos

Video YouTube dell’inaugurazione ”Riaperto il Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana” https://youtu.be/xAAvUdFEZl0

di Giampiero Castellotti – Giornalista