Lettera aperta al Presidente del Consiglio Monti e al Ministro dello Sviluppo Economico Passera.

La struttura sindacale FILP presso l’Agenzia ICE, ex Istituto nazionale per il Commercio Estero, ha indirizzato al Governo una lettera aperta nella quale si esprimono forti perplessità, dubbi e contrarietà sull’operatività e sulle procedure di trasformazione del vecchio Istituto nella nuova Agenzia. Questo il contenuto della comunicazione:

 

 

 

“”” … Signor Presidente del Consiglio, Signor Ministro,

l’internazionalizzazione e il sostegno alle imprese, particolarmente alle P.M.I., assumono un’importanza fondamentale per lo sviluppo dell’Italia, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale.

Su questo tutti sembrano, almeno a parole, d’accordo.

Tuttavia il prevalere di interessi particolari su quello generale condiziona negativamente il processo di ristrutturazione del Comparto per l’internazionalizzazione, impedendo le modifiche necessarie e imponendo misure che giovano solo ad alcuni.

Con la legge n. 214/2011 è stata istituita la “nuova” Agenzia-ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

Ma da subito si è capito che le attese erano state tradite.

Ecco perché:

1) Il Governo si è affrettato a dichiarare che la nuova Agenzia è pienamente operativa, ma questo NON E’ AFFATTO VERO. Nulla di concreto è stato fatto. Se si stanno realizzando alcune iniziative promozionali è solo perché il Decreto del 6 dicembre ha consentito di utilizzare strutture e procedure del vecchio I.C.E.. In realtà è l’Istituto nazionale per il Commercio Estero che sta operando in gestione provvisoria, mentre la nuova Agenzia esiste solo sulla carta e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario!

 

2) È stata formalmente annunciata l’intenzione di varare i D.P.C.M. di trasferimento delle risorse, ivi comprese quelle umane, prima di nominare gli organi dell’Agenzia, di approvare lo statuto, i regolamenti indispensabili per la gestione amministrativa e l’organigramma. È facile comprendere, però, che un Ente sprovvisto di C.d.A., Direttore Generale, organizzazione e procedure amministrativo/contabili non potrà operare. Perché vi si vuole dunque trasferire subito il personale, creando così nuove evidenti disfunzioni operative ? Vi sono forse forti interessi a favore del fallimento del progetto ?

 

3) L’amministrazione dell’I.C.E., in gestione provvisoria, limita ogni contratto di funzionamento della struttura al prossimo 30 giugno. Tuttavia, curiosamente e contraddittoriamente, programma iniziative promozionali per tutto l’anno 2012. Così facendo, però, si rischiano di avvalorare dubbi per una realizzazione ipoteticamente affidata a consulenti privati, magari più costosi e di non scontata professionalità.

 

4) Finora non si è minimamente discusso della struttura, dei compiti e del ruolo della nuova Agenzia. Si sono intanto decurtate le sue risorse finanziarie e ridotte quelle umane, peraltro senza alcun risparmio di spesa pubblica. Nel contempo si è ingigantito il ruolo dell’alta burocrazia che dovrà deciderà sull’operatività dell’Agenzia (due Ministeri, più una Cabina di regia, più un Consiglio di Amministrazione..), rendendo di fatto molto più difficile di prima operare in maniera rapida ed efficace, in sintonia con quanto il mondo imprenditoriale richiede.

Ci si chiede, allora, il perché di tutto questo.

E la risposta potrebbero essere nel fatto che le persone che stanno decidendo il futuro dell’Agenzia sono purtroppo le stesse che a luglio scorso hanno lavorato per ottenere la soppressione dell’I.C.E. a vantaggio delle realtà da cui provengono, con un evidente, quanto ignorato, sottaciuto conflitto di interessi!

 

Presidente Monti Le rivolgiamo, tra le tante che avremmo, due domande a cui attendiamo risposte precise e convincenti:

a) Perché mentre si decide di tagliare le risorse umane dell’I.C.E. e di ridurre la sua rete estera, il Ministero degli Affari Esteri annuncia di voler bandire un concorso per consulenti privati “esperti dei rapporti con le imprese” da inserire nelle Ambasciate italiane all’estero ? Come ipotizzare, nel caso, un risparmio per le casse dello Stato?

 

b) Perché non si programma un riordino generale dell’intero comparto per l’internazionalizzazione, che coinvolga tutti i soggetti, pubblici e privati, e si preferisce piuttosto concentrare la “scure” un solo soggetto, che poi è tra quelli che meno pesano sul bilancio ? Pensa veramente che basti intervenire solo sull’I.C.E. per curare i mali del comparto ? Lo sa che una sola grande Ambasciata, anche in Europa, ha più dipendenti di ruolo dell’intera rete mondiale del vecchio I.C.E. ?

Rimaniamo in attesa di conoscere, dopo tanti proclami, le soluzioni concrete ed operative che il Governo riterrà di adottare per affrontare e risolvere davvero, nell’interesse dell’Italia e delle imprese, i tanti problemi che ancora rimangono aperti.