Un articolo di The Lancet sulla cosiddetta pandemia dei non vaccinati

In un articolo pubblicato recentemente da The Lancet (thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)02243-1/fulltext), rivista medico scientifica inglese considerata tra le più prestigiose al mondo, si legge che alti funzionari statunitensi e tedeschi avrebbero parlato, con riferimento al Covid-19, di pandemia dei non vaccinati, quasi escludendo la rilevanza epidemiologica delle persone vaccinate. Inevitabilmente una simile affermazione sembrerebbe evocare una ipotetica pericolosità dei non vaccinati, rispetto a coloro che hanno assunto il farmaco. La visione, ad avviso dell’autore del pezzo, risulterebbe eccessivamente semplicistica. Innanzitutto, occorre dar conto degli individui che, nonostante il vaccino, continuano ad avere un ruolo nella trasmissione del virus (viene citato il caso dello stato del Massachusetts, USA, dove su un totale di 469 nuovi casi, ben 346 – corrispondenti al 74% del dato complessivo – erano persone completamente o parzialmente vaccinate, con quasi l’80 per cento di sintomatici – periodo luglio 2021). In particolare, al di là del dato medico (per il quale rinviamo all’articolo originale) viene riscontrata un’elevata carica virale tra i vaccinati con due dosi. Guardando sempre agli Stati Uniti, secondo una rilevazione fatta al 30 aprile 2021, si sono registrati

10.262 casi di infezione tra le persone vaccinate: 2.725 (26,6%) asintomatici, 995 (9,7%) ricoverati e 160 (1,58 %) deceduti. Viene riportato anche il caso tedesco, dove il 55,4 per cento dei sintomatici (nella fascia di età pari o superiore ai 60 anni) erano individui con ciclo vaccinale completo, con un trend in progressiva crescita (nella città di Münster ci sono stati 85 casi su 320 di infezione tra i frequentatori di un locale notturno, completamente vaccinati). Pur riconoscendo che le persone vaccinate corrano un rischio minore di contrarre infezioni gravi, negare che abbiano una parte rilevante nella diffusione del virus non trova riscontro. L’autore del pezzo ritiene, pertanto, sbagliato e pericoloso parlare in modo generico di “pandemia dei non vaccinati”, col rischio di creare una ingiustificata discriminazione a carico di talune categorie sociali (si fa riferimento alle esperienze negative di USA o Germania circa discriminazioni basate su colore della pelle o credo religioso), cogliendo l’occasione – citiamo sempre dall’articolo – per esortare tutti ad un maggiore impegno per la riunione della società.

di Paolo Arigotti