Segesta Teatro Festival

Si è svolto fino al 4 settembre, in uno dei parchi più affascinanti della Sicilia, il Segesta Teatro Festival, il programma di arti performative con la direzione artistica di Claudio Collovà. Lo scenario è stato quello del Parco Archeologico di Segesta, in provincia di Trapani, fra il Teatro Antico, il Tempio Afrodite Urania e i comuni limitrofi circondati da vigneti e colline: Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci.

 Un mese intero di programmazione multidisciplinare, con ben 26 spettacoli di cui 7 Prime Nazionali, fra teatro, danza, musica, poesia, installazioni, spettacoli all’alba e notti a scrutare la volta celeste, progetti speciali, eventi diffusi e incontri. Da Virgilio Sieni a Salvatore Sciarrino, da Roberto Latini a Mimmo Cuticchio, da Compagnia Zappalà Danza a Mamadou Dioume, da Anna Bonaiuto a Giorgina Pi, passando per i Dervisci Rotanti di Damasco e i Cuncordu e Tenore di Orosei, Massimo Cacciari e Umberto Galimberti. E molto, molto altro.

Promosso dalla Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e dall’Ente Parco Archeologico di Segesta, dal 5 al 7 agosto il festival ha ospitato quattro appuntamenti di musica e teatro, tutti al Parco Archeologico, tra il Teatro Antico e il Tempio Afrodite Urania.

(Tempio – Parco Archeologico di Segesta) – Foto per gentile concessione Ufficio Stampa Nazionale Segesta Teatro Festival 2022

È nel segno della tragedia classica riletta in chiave contemporanea che è stato inserito, il 5 e 6 agosto,  Supplici di Euripide, per la regia di Serena Sinigaglia che, attraverso lo scontro fra la democrazia ateniese e la tirannide tebana, ha voluto parlarci dell’attuale scontro fra i modelli di democrazia liberale e i regimi autoritari, mentre il 6 agosto il Tempio di Segesta ha accolto il primo dei progetti realizzati in collaborazione con il Festival Ierofanie di Naxos Taormina, un dialogo fra due festival che si è svolto intorno al concetto di Sacro.

Nel buio della sera, immersi in un luogo senza tempo, è stato possibile assistere al concerto per voce, arpa celtica e arpa bardica del poeta e musicista Francesco Benozzo, che ha incrociato sciamanesimo, mitologia e tradizioni musicali euro-mediterranee e atlantiche per esplorare le connessioni archetipiche fra paesaggi fisici e manifestazioni del sacro.

Il 7 agosto, l’appuntamento è stato con uno dei più importanti esponenti del teatro contemporaneo, l’attore e regista Roberto Latini, fondatore di Fortebraccio Teatro, più volte Premio Ubu, anche nel 2017 proprio con il Cantico dei Cantici, in scena al Teatro Antico di Segesta.

La rilettura di Latini di uno dei più misteriosi testi delle Sacre Scritture è un viaggio struggente e trascinante nei meandri dell’amore: tra turbamenti, desiderio e passione, eros ed estasi, illusione e disperazione, dolcezza e lacerazione, sublime e grottesco, abbandono, sogno, mancanza, rimpianto, pace mentale.

Sempre il 7 agosto il Teatro Antico ha visto il primo dei tre appuntamenti dedicati alla musica da camera, a conferma della volontà del festival di interpretare la musica contemporanea come ulteriore elemento di espressione del sacro. L’ensemble internazionale Adelphi Quartet ha esplorato il repertorio di musica per quartetto dell’Ottocento e del Novecento con alcune incursioni nella produzione contemporanea, in programma Schumann, Bushra El-Turk e Ludwig van Beethoven.

di Eleonora Marino