Indennità sì, Indennità no: i Ministeri del Lavoro e dell’Economia non stanziano i fondi per la quarantena!

Foto da sito istituzionale Ministero dell’Economia

Purtroppo se si entra a stretto contatto con una persona affetta da Covid-19, chi subisce questo evento è posto immediatamente in quarantena obbligatoria, che dura sette giorni per chi è vaccinato e dieci per chi non si è vaccinato.

Se il datore di lavoro riesce a garantire per questo periodo lo smart-working non v’è nessun problema, il lavoratore non rischia alcuna decurtazione dello stipendio, ma se questo non è possibile sono guai anche perché l’Inps ha comunicato con il messaggio n.2842 del 6 agosto scorso che, non avendo il legislatore previsto per l’anno corrente appositi stanziamenti, volti alla copertura economica e previdenziale per la quarantena con isolamento fiduciario, la stessa non potrà essere equiparata alla malattia come durante lo scorso anno.

Quindi, i lavoratori che saranno costretti alla quarentena fiduciaria, ove non sarà possibile adibirli allo smart-working, potranno essere posti dal datore di lavoro in aspettativa e/o in sospensione dal lavoro non retribuita o in ferie forzate.

Alla luce della possibilità di quanto sopra è chiaro che molti lavoratori potranno perdere una parte consistente della propria retribuzione. Un’alternativa potrebbe essere quella di collocare il lavoratore in ferie forzate con l’effetto da un lato di disobbedire al dettato normativo, che vorrebbe le ferie come un periodo dedicato alla tutela della salute e del recupero psico-fisico dei lavoratori e dall’altro impedirebbe agli stessi di spendere i propri stipendi in reali periodi di ferie.

E’ sicuramente inconcepibile un atteggiamento di questo tipo, perché mina il controllo efficace del diffondersi della pandemia, in quanto molti individui potrebbero non segnalare correttamente i casi di contatto e perché non vengo tenute presenti le difficoltà, in cui versano molti lavoratori, che hanno subìto anche decurtazioni delle retribuzioni a causa dei periodi di Cig o istituti sostitutivi di questa.

Peggio ancora molti lavoratori potrebbero decidere di non osservare affatto i provvedimenti di quarantena fiduciaria, notificati loro dalle autorità sanitarie, trovandosi di fatto davanti alla necessità di scegliere tra un comportamento di tutela della salute e quello di provvedere tramite il proprio salario al mantenimento della famiglia.

Ancora una volta vengono scaricati i costi sociali e i costi legati alla prevenzione della diffusione del virus sulle spalle dei lavoratori.

L’unica possibilità è che le pressioni esercitate dalle parti sociali porti ad un ripensamento da parte dell’esecutivo ed alla destinazione di nuove risorse, che possano portare nuovamente a riconoscere l’indennità di malattia nei periodi di quarantena fiduciaria.

di Massimiliano Merzi