Si è conclusa presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, la XXXVI edizione di Eurovisioni, Festival Internazionale di Cinema e Televisione. Nel corso della Giornata Internazionale, si è dibattuto in particolare dell’urgenza per l’Europa di adottare il suo regolamento sull’Intelligenza Artificiale, da mesi in discussione fra Parlamento, Commissione e Stati membri. Infatti, il tema di quest’anno è stato la trasformazione delle regole del gioco fra Internet, Televisione e Radio determinata dalla nuova normativa europea che sta entrando progressivamente in vigore e dall’arrivo dei nuovi sistemi di Intelligenza Artificiale generativa. La normativa europea di regolamentazione di internet abbraccia molti ambiti contemporaneamente, vista la natura trasversale di internet: dalla sicurezza delle reti alla lotta alla disinformazione, dall’assoggettamento delle principali piattaforme globali alle regole in vigore per i media su temi come la protezione dei minori, la lotta ai discorsi di odio, la sicurezza delle elezioni.
In apertura, il Direttore generale della DG Connect della Commissione Europea, Roberto Viola, annunciava l’importanza di sbloccare in Europa il provvedimento, ricordando fissata per il prossimo 8 dicembre la scadenza del negoziato europeo: il suo intervento è avvenuto poco prima che negli Stati Uniti il presidente Joe Biden firmasse un decreto immediatamente esecutivo per imporre alle compagnie Internet ed alle società di Intelligenza Artificiale Generativa una serie di regole precise da rispettare.
Secondo quanto spiegato, il regolamento europeo in discussione riflette le linee adottate da Biden, e cioè l’obbligo per le società produttrici di Intelligenza Artificiale di verificare PRIMA dell’immissione sul mercato di questi nuovi prodotti, la loro compatibilità con il rispetto dei diritti umani e dei diritti dei cittadini.
Su tale argomento si è espresso anche Francesco Giorgino, direttore dell’Ufficio Studi RAI, dichiarando: “Il Digital Services Act (DSA) ed il Digital Markets Act (DMA), oltre che il Regolamento per l’Intelligenza artificiale, che si spera venga approvato nelle prossime settimane, sono un contributo fondamentale al “common level playing field”, visto che assoggettano alla competenza di autorità nazionali e della Commissione Europea (per le società con oltre 40 milioni di utenti nella UE) le piattaforme Internet su temi fondamentali come la trasparenza e l’accesso ai dati, la protezione dei minori, la lotta alla disinformazione e ai discorsi di odio. Noi di Rai apprezziamo l’impegno dell’Autorità italiana AGCOM e di quella francese che sono state indicate come partner della Commissione Europea per l’implementazione di queste nuove regole che da febbraio del prossimo anno entreranno in vigore. Si spera che a breve l’attuale “trilogo” di negoziato fra le istituzioni europee produca una fumata bianca e che presto (prima delle elezioni europee di giugno, auspicabilmente) l’Europa possa dotarsi di uno strumento comune che consenta lo sviluppo di applicazioni di I.A. rispettose dei diritti fondamentali dei cittadini e in grado di perseguire l’interesse comune.”
Sull’urgenza di adottare quanto prima il regolamento europeo in materia di Intelligenza artificiale, hanno convenuto tutti i relatori partecipanti alla Tavola rotonda dedicata da Eurovisioni all’argomento: in particolare, i dati ed i casi citati da Tim Dawson, vicesegretario generale della Federazione Mondiale dei Giornalisti, e da Erik Lambert, hanno suscitato particolare impressione, rammentando il licenziamento del 50% dei giornalisti da parte di Euronews (per rimpiazzarli con algoritmi di I.A.) e l’introduzione in Cina di un telegiornale condotto da un presentatore totalmente virtuale, sviluppato da un algoritmo e che legge notizie prodotte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Il Commissario dell’Autorità francese di controllo ARCOM, Benoit Lautrel, ha convenuto sull’urgenza di dotarsi di nuove regole, ma ha sostenuto l’indispensabilità di procedere con azioni globali, e non adottare soluzioni paese per paese. Richard Burnley, direttore giuridico dell’UER – Unione Europea delle Radiotelevisioni – ha sottolineato l’importanza di avere principi chiari per definire come i servizi pubblici possano utilizzare l’intelligenza artificiale, oltre a ricordare l’importanza di creare degli algoritmi che – anziché avere come fine principale il profitto (come sono quelli delle piattaforme) – abbiano come priorità il bene comune e l’interesse pubblico.
Andrea Stazi di Google ha spiegato che l’intelligenza artificiale consentirà un salto alle economie dei paesi che l’adotteranno, ed ha auspicato che le regole europee che verranno siano in sintonia con quelle USA appena annunciate.
Un altro dibattito di grande attualità è stato quello dedicato alla regolamentazione di Vlogger ed Influencer. L’Austria è il primo paese europeo ad aver regolamentato le attività dei Vloggers – come ha spiegato a nome dell’autorità di controllo austriaca Susanne Lackner – e questa mossa si è rivelata particolarmente opportuna nelle attuali situazioni di guerra, dove Vlogger ed Influencer hanno tendenza a schierarsi politicamente a favore dell’una o dell’altra parte. Scelte che – a parte l’ideologia – spesso possono avere come fondamento anche ragioni economiche. Nei paesi arabi si assiste al caso di Vloggers che si propongono come collettori di fondi per i palestinesi di Gaza, così come negli USA Influencer pretendono di raccogliere fondi per Israele: attività che sono esplicitamente vietate sia in Austria che in Francia, dove una legge su questa nuova figura professionale è appena entrata in vigore.
La professoressa Catalina Goanta, dell’Università di Utrecht, ha presentato un quadro abbastanza dettagliato delle attività di Vlogger e Influencer in giro per il mondo, mostrando dati che stimano già oggi il mercato pertinente in alcune decine di miliardi di dollari a livello globale ed in continua crescita. Secondo la professoressa, è necessario estendere le leggi vigenti a tutta l’Unione Europea, in primo luogo, e poi al resto del mondo, perché è necessario un chiaro quadro di regole di facile implementazione e che attribuiscano alle piattaforme il ruolo di poter intervenire in caso di violazioni. Un processo accompagnato anche da casi di Vlogger e Influencer che non hanno seguito nessun processo formativo per prepararsi alle grandi responsabilità di comunicatori seguiti da milioni di follower.
Anche il Commissario dell’AGCOM, Elisa Giomi, ha convenuto su questi principi ed ha fornito stime precise dei mercati già oggi disponibili per Vlogger e Infuencer. Stefano Luppi, AD di Tivù, ha parlato invece di come valorizzare con la massima efficacia i punti di forza della piattaforma satellitare rispetto a quello del digitale terrestre e dello streaming.
Nel panel dedicato all’entrata in vigore del Digital Service Act e del Digital Market Act, la Commissaria dell’AGCOM Laura Aria e Mauro Giorello (Commissione Europea) hanno commentato come il mondo sia in procinto di cambiare, con l’attribuzione di responsabilità alle Autorità Nazionali di regolazione come AGCOM o ARCOM, che adesso possono intervenire anche sulle piattaforme globali di internet, per tutelare i diritti dei consumatori nazionali. In questo senso, la firma dell’accordo fra AGCOM e Commissione Europea, avvenuto a margine di Eurovisioni, è il preciso segnale che le cose si stanno mettendo in marcia e il nuovo sistema di regole sarà già perfettamente in funzione entro la scadenza di febbraio 2024, prevista dal regolamento europeo.
Bertrand Scirpo di France Télévisions, a nome delle TV pubbliche europee, ha segnalato invece i ritardi che ci sono ancora sulla “prominence” e sulla “reperibilità” dei segnali delle tv tradizionali. Due principi contenuti nella Revisione della Direttiva Europea SMAV – servizi media audiovisivi – che dovrebbero garantire che nella transizione dal mondo analogico a quello digitale, i segnali dei canali tv tradizionalmente seguiti dal pubblico continuino ad essere visibili, reperibili e facilmente accessibili. Un obiettivo reso particolarmente difficile da televisori sempre più tecnologici che assegnano priorità alle piattaforme di streaming in base agli accordi commerciali con esse raggiunti e non in base ai reali interessi degli utenti o da piattaforme di distribuzione on line.
Proprio sulla “prominence”, le due autorità – italiana e francese – si sono viste rigettare dalla Commissione Europea le loro proposte di regolamento, in quanto esse non garantivano un efficace coordinamento con le autorità del “paese d’origine”. Una differenza di opinioni che – stando a quanto annunciato da Viola e Lasorella – dovrebbe esser superata nell’arco delle prossime settimane. E proprio su questo argomento ha molto insistito Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio TV, che ha ricordato come il principio dell’accessibilità e visibilità dei segnali televisivi non dovrà esser riservato solo ai servizi pubblici, ma invece anche a tutti gli altri attori del sistema, prime fra tutte tv locali e tv nazionali commerciali, che altrimenti rischiano di sparire dai radar della maggior parte dei cittadini.
Il Presidente dell’AGCOM Giacomo Lasorella – che da qualche mese svolge anche il ruolo di presidente dell’ERGA (l’organismo che raggruppa tutti i regolatori europei dell’audiovisivo), ha spiegato che attraverso incontri come quello di oggi – dove le varie parti interessate si scambiano opinioni in maniera franca ed appassionata – sono i veri luoghi di formazione delle opinioni e dove si possono trovare le soluzioni piu appropriate per i complessi problemi sul tavolo.
Il Presidente di Eurovisioni, Michel Boyon (ex presidente dell’autorità di regolazione francese CSA oggi ribattezzato ARCOM) e la vicepresidente di Eurovisioni, Luciana Castellina, hanno aggiunto come l’importanza di preservare uno spazio pubblico di comunicazione libero dai condizionamenti degli algoritmi e dagli interessi economici delle piattaforme globali, sia una delle principali sfide poste alle democrazie occidentali.
A conclusione della giornata internazionale, I due presidenti dell’AGCOM e di Eurovisioni, hanno tirato un primo bilancio delle discussioni avvenute nel corso della giornata e hanno cercato delle indicazioni da portare nei dibattiti europei in corso per la definizione delle nuove regole comuni che creeranno il famoso “common level playing field” (cioè un terreno di gioco comune fra attori dell’audiovisivo e delle piattaforme Internet).
E questo a quattro mesi esatti dalla scadenza prevista per nominare l’autorità che in Italia ed in Francia dovrà occuparsi di far applicare le nuove regole europee agli attori (anche internazionali) che operano nei due paesi.
Infine, martedì 31 ottobre 2023 alle ore 10:00, ha avuto luogo un incontro a porte chiuse dal titolo “Il Servizio Pubblico prossimo venturo: Missione, Governance e Risorse”: alla riunione ha partecipato un gruppo di esperti di Televisione, Media e Web coordinata da Marco Mele e Patrizio Rossano.
di Carlo Marino
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