Biocittà: ripensare gli ambienti urbani con la forza trasformatrice della natura

Il 20 aprile scorso è stata inaugurata la nuova sede dell’istituto Forestale Europeo (EFI) a Roma, specializzata sulle Biocittà.

In occasione dell’apertura, l’EFI ha organizzato il convegno internazionale ed intersettoriale Città nell’Era delle Foreste, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, per favorire una nuova visione degli ambienti urbani, rigenerabili attraverso la natura e gli alberi, e per promuovere collaborazioni intersettoriali e transdisciplinari.

 Sono intervenuti l’architetto Stefano Boeri, Yvonne Lynch, esperta di International Green Cities, Sandra Frank, cofondatrice di Arvet e Rossella Ravagli della Giorgio Armani SPA. Insieme a loro e ad esperti provenienti dall’EFI, dall’Istituto Architettura Avanzata della Catalogna, Università di Berna, Università della Tuscia, Istituto di Salute Globale di Barcellona, Università di Sassari e Università di Roma-Sapienza, si sono esplorate le sfide e le opportunità delle città ed il ruolo delle foreste nella trasformazione verso la sostenibilità.

L’Istituto Forestale Europeo è un’organizzazione internazionale paneuropea composta da 30 Paesi Membri e circa 130 organizzazioni da 40 paesi diversi, che lavorano in diversi campi di ricerca. L’EFI fornisce importanti conoscenze sulle foreste, intorno a tre temi interconnessi e interdisciplinari come bioeconomia, resilienza e governance. L’EFI, con uno staff di oltre 100 esperti in diversi uffici in tutta Europa, riesce con la sua particolare posizione a collegare e condividere la conoscenza nell’interfaccia tra scienza e politica. Il suo forum ThinkForest riunisce responsabili politici e importanti scienziati forestali europei, per creare un dialogo politico-scientifico informato su questioni strategiche relative alle foreste. La Biocities Facility di EFI si focalizza sul creare un dialogo informato su come gli alberi, le foreste ed il legno possano contribuire a ripensare le città, in modo che guidino la trasformazione verso un’economia climaticamente neutra e positiva per la natura e quindi l’uomo. Il ruolo di EFI è collegare la conoscenza all’azione.

Perché questa forte attenzione alle città in rapporto agli habitat forestali?

Si stima che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città. Dopo 200 anni di una progressiva urbanizzazione e crescita economica basata su risorse fossili, si è giunti ad un punto critico: il mondo urbanizzato è diventato troppo vasto ed invasivo in rapporto al pianeta, con le conseguenze ormai evidenti quali cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e degrado delle risorse naturali. Le città sono ormai i principali incubatori economici e d’innovazione e conseguentemente devono assumere il ruolo di guida nel ripensare l’economia e la sua relazione con la natura. Il cambiamento trasformativo, al quale devono porsi a capo le città, non si limita alla mera sostituzione dell’energia fossile con quella rinnovabile, ma anche nell’assumersi la guida nella sostituzione dei materiali non rinnovabili come la plastica, l’acciaio ed il cemento con materiali rinnovabili bio, e sostituendo le infrastrutture grigie con quelle verdi, rendendo la natura un’infrastruttura urbana di base fondamentale. Gli alberi, le foreste e il legno svolgono un ruolo chiave nel creare le Biocittà del futuro. La riforestazione della città e il mantenimento di quelle che sorgono ai margini di esse possono risolvere alcuni fra i problemi più urgenti imposti dai cambiamenti climatici, come l’innalzamento delle temperature, siccità, inquinamento e perdita di biodiversità. Le foreste urbane e gli alberi in città sono divenuti temi di grande attualità nei principali Documenti programmatici a livello globale. Fin dal 1986, con la legge 752, l’Italia ha finanziato interventi di forestazione nelle aree urbane e il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), con il suo Centro Foreste e Legno, dal 1985 coordina scientificamente l’inventario forestale nazionale, studiando da decenni l’evolversi del ruolo delle foreste in ambienti urbani.

Le città sono causa dei cambiamenti climatici ma anche la prima vittima dei loro effetti. Le foreste urbane, che comprendono viali alberati, parchi, orti urbani, giardini, verde di quartiere, lembi di bosco, hanno la possibilità di cambiare il volto e la salubrità dell’ambiente urbano. Non è sufficiente creare nuovi quartieri con giardini, boschi e prati attraversati da piste ciclabili ma è necessario andare al di là dell’area urbana, per costruire reti verdi diffuse, capaci di collegare la città al territorio circostante. La biocittà è una evoluzione del concetto di foresta urbana, finendo per fare di essa un tutt’uno con il verde esterno alla città, ricollegandosi alla campagna circostante.

di Rosaria Russo