After Verecondia è il nuovo album di Marta Tenaglia

Marta Tenaglia è una cantautrice milanese. Il suo cammino è iniziato nell’autunno del 2020 con la pubblicazione di “Bonsai”, ed è poi proseguito con altri quattro singoli: “Ventilatore”, “Alda Merini centravanti”, “Osmanto” e “Chi Può”. Un percorso che l’ha portata a essere inserita in numerose playlist, tra cui la prestigiosa New Music Friday Italia di Spotify, e a essere selezionata da YouTube Music nella playlist Women on the rise in occasione dell’International Women Day. Con il suo terzo singolo, “Alda Merini Centravanti” (traccia inserita tra le canzoni più belle del 2021 da Lifegate Radio), è stata “Artista del mese” di MTV New Generation, e il videoclip del brano è entrato in rotazione su MTV Music. In tanti si sono accorti del suo talento: Alessio Bertallot ha ospitato le sue canzoni più volte all’interno del programma Casa Bertallot, mentre l’illustratore e musicista Alessandro Baronciani, la scorsa estate, l’ha invitata a performare all’interno del suo spettacolo “Quando tutto diventò blu”.

Cover After Verecondia ( per gentile concessione GDG Press Ufficio Stampa)

Anticipato dai singoli Poetica/Manifesto, Peccato, Redemption/Incendio e Allodole, After Verecondia è la voce della rinascita della cantautrice milanese. A raccontarsi attraverso parole e musica è infatti una nuova Marta, sempre fedele a sé stessa ma più libera. Un’artista che si è guardata a fondo senza concedersi scorciatoie, strappando via gli strati superflui e manifestando la sua anima in dieci brani di graffiante, indomita, coraggiosa purezza.

Marta ha scavato molto e profondamente dentro di sé, con tenacia e fatica, e ne è riemersa con dieci diamanti in forma di canzone. Non li ha rimodellati per renderli meno spigolosi, non li ha lucidati perché fossero più accattivanti. Ha deciso di mostrarli per come sono, in tutta la loro sofferta e meravigliosa autenticità. Finalmente senza vergogna, quel sentimento che a lungo ha irrigidito e limitato la sua essenza, come spesso frena quella di tanti.

“Questo disco è un respiro per me” ha detto l’artista “È nato dal desiderio di lavorare sui e nei contrasti, nell’incoerenza, nella complessità. Tra le cose più difficili della vita credo ci sia riconoscere la propria bellezza nella propria disarmonia e molteplicità. Nei brani ho cercato di mantenere le emozioni allo stato grezzo, senza filtrarle o smussarle per renderle più sostenibili per chi li ascolta – che è quello che ho sempre fatto, cercare di proteggere gli altri dalle mie emozioni. Ho sentito l’esigenza di creare uno spazio dove poterle celebrare tutte in quanto valide di esistere”.

Interamente scritto e composto da Marta Tenaglia, che ne ha curato anche la produzione insieme a Federico Carillo, ad eccezione del brano Bambi prodotto da Carillo con ELASI e Cucina Sonora, con After Verecondia la cantautrice riemerge – proprio come nell’artwork del disco affiora dal pelo dell’acqua – tra morbide schegge di elettronica e sonorità cangianti e polimorfe cucite addosso a testi personali, intimi e intensi. Un mondo musicale che fa della sperimentazione la propria stella polare, dai beat avvolgenti proprio come lo è sua voce, sussurrata e vellutata, capace di entrare sottopelle al primo ascolto. Marta si allontana dal concetto di “bello” inteso come armonico, gradevole, piacevole. A me la bellezza mi esplode nel cuore, come canta nella traccia di chiusura del disco che ne racchiude le intenzioni. Rivendica il diritto all’incoerenza e alla ricerca, rifiuta e va oltre ogni comfort zone. Ha cercato – e trovato – la sua musica interiore, il suono capace di rispecchiare la sua anima.

Marta getta la maschera della verecondia che la società ci schiaccia in faccia, quella paura del biasimo che porta ad assumere un atteggiamento riservato, pudico e timoroso, ed è libera di volare. Non segue più modelli, non si adatta al passo altrui. Abbraccia la sua vita scuotendosi di dosso quella vergogna paralizzante, quel sentimento di bruciante inadeguatezza instillato dall’esterno, quella sensazione di giudizio costante e incombente su ogni movimento, pensiero, azione. Mostra le proprie vulnerabilità e le proprie emozioni come gioielli preziosi, con una grande consapevolezza personale e artistica, alimentata da un desiderio di condivisione e liberazione.

Il disco è un viaggio, un gioco di specchi tra le riflessioni e le emozioni che l’hanno portato alla piena consapevolezza di sé stessa. Si apre con Circe, un’esplosione di rabbia: quella rabbia sacra che va santificata, ascoltata e guardata, che permette di reagire e non lasciarsi affogare dal mondo, dal patriarcato, dai rapporti tossici. Quella stessa rabbia che, brillando, salva e fa spiccare il volo liberandosi dei pesi e delle macerie del passato, ritrovando la strada di casa, come canta anche in Allodole. Finestra è una boccata d’aria fresca che aiuta a prendere le decisioni più difficili, ossigenando le proprie consapevolezze e lasciando uscire dalla propria vita le situazioni sofferenti. Marmo invece indaga nel mistero del lutto e l’importanza del riconoscersi vivi nel proprio essere templi di fragilità, mentre Peccato canta di un amore potente e proibito, muovendosi su sonorità più pop fino a raggiungere la delicata profondità di Anima Infinita, che riconosce l’importanza di prendersi tempo e spazio, di innamorarsi in primis di sé stessi e di non avere fretta di vivere che poi è fretta di morire. RNM è un distillato di orgoglio con essenza di rancore, dal beat trascinante e oscuro, una scintilla esaltante e seducente che porta al devasto e all’autodistruzione di un rapporto. In Bambi, prodotta da ELASI e Cucina Sonora, un sound frizzante scorre sui tasti di un pianoforte raccontando l’amore e il suo miracolo, la sua insensatezza e la sua complessità, mentre le morbide onde sonore in crescendo di Redemption/Incendio si fondono a parole incandescenti di rivendicazione personale: la miccia interiore si è accesa, l’incendio è scoppiato, la vita scorre bruciante e urla nelle vene. E infine Poetica/Manifesto, un etereo inno alla trasformazione, la fine del disco e l’inizio di ogni consapevolezza, cantata sottovoce ma più potente di ogni grido.

di Eleonora Marino