SI RICOMINCIA !

Finite le ferie, per chi le ha potuto fare, si ricomincia : riaprono le scuole, il solito traffico, i soliti affanni, le bollette arrivate in agosto da pagare, il bollo dell’auto, l’assicurazione che scade, e così via.

Molte cose accadute in questi ultimi due mesi hanno riguardato, sul piano economico, politico e sindacale, decisioni importanti che avranno ricadute ed effetti sulla vita ed il futuro dei cittadini, dei lavoratori e, tra questi in particolare, sui lavoratori pubblici.

Per questi ultimi, infatti, si prospetta un lungo periodo di vacche magre, in ragione del blocco per quattro anni dei rinnovi contrattuali decisi dal Governo Berlusconi con la recente manovra finanziaria (D.L. 78/2010 convertito nella legge n.122/2010).

Un ulteriore pesante sacrificio che viene addossato ai dipendenti pubblici che si aggiunge all’infamante campagna denigratoria posta in essere dal ministro Brunetta con la compiacente copertura e la sospetta acquiescenza di alcune componenti sindacali.

La ripresa viene vissuta con una sorta di rassegnazione che rasenta l’indifferenza considerando questi avvenimenti come un male ineluttabile, una specie di influenza invernale che non è possibile evitare : per la prima volta, infatti, si interviene con una legge per non rinnovare i contratti di lavoro dei pubblici dipendenti.

Poi, però, il dipendente pubblico riflette rammentando alcuni fatti estremamente significativi che sono accaduti e che raffigurano il clima nel quale i fatti stessi debbono essere collocati : segnali di una escandescenza nei rapporti tra il mondo imprenditoriale e quello sindacale. E si riferisce a Marchionne, a Pomigliano (ma anche a Termini Imerese), a Melfi, alla disdetta del contratto dei metalmeccanici, alla reazione della Fiom, fino a giungere ai fischi e al lancio di lacrimogeni a Bonanni della Cisl durante la festa del PD a Torino o agli incendi delle sedi CISL.

Sul versante politico per oltre due mesi siamo andati avanti con il tormentone delle questioni interne al partito di maggioranza e nel Governo e sull’incognita della tenuta delle attività parlamentari, riguardo ai punti posti alla fiducia del Parlamento, per decidere se dovremo o meno andare a votare mentre, parallelamente, sono iniziate e sono in crescendo le strategie e le tattiche preelettorali.

Insomma un tourbillon che quotidianamente ci viene bombardato dai mass-media ma che la gente ormai vive con indifferenza, quasi con fastidio, ulteriore segnale del distacco tra i cittadini e la politica, una politica litigiosa e strillata che si percepisce distante dai problemi della gente.
Anche tra i Sindacati non si può dire che il clima sia tranquillo, con una spaccatura profonda tra le Confederazioni (sempre quelle !) e tra queste ed il mondo imprenditoriale.

Nel Pubblico Impiego il clima non è differente e le divisioni sono divenute evidenti e difficilmente colmabili (con buona pace dell’unità sindacale).

Ne sono riprova gli atteggiamenti e le posizioni espresse dalle OO.SS. all’Aran dove sono in corso le trattative, testardamente imposte da Brunetta, per definire i quattro nuovi Comparti di contrattazione, così come previsto dal D.Lgs. 150/2009, nonostante il rinvio al 2013 della contrattazione per il rinnovo dei Contratti collettivi disposto con la manovra economica (L.122/2010) e la pretesa di alcuni di voler comunque rinnovare le RSU, anche in assenza dell’entrata in vigore dei nuovi Comparti.

Insomma questo autunno si preannuncia difficile, preoccupante e pericoloso, vuoi per la complessità e la vastità dei problemi ma anche e soprattutto per il clima di asprezza e litigiosità che ormai si respira in ogni direzione, ognuno per far valere la proprie ragioni.

Sarebbe opportuno fermarsi un momento a riflettere e a ritrovare le ragioni del vivere insieme, della convivenza, della comprensione, dell’empatia, scongiurando di appesantire ulteriormente il già difficile momento che il Paese sta vivendo, anche in conseguenza della profonda crisi che da oltre un anno si è abbattuta sul mondo finanziario ed economico, operando in direzione delle possibili e condivise soluzioni ai problemi che le famiglie, i cittadini, i lavoratori, i pensionati, i precari, i giovani, gli studenti, le imprese, gli artigiani, quotidianamente si trovano ad affrontare.