MA QUANTO COSTA AL LAVORATORE IL SISTEMA PENSIONISTICO?

E’ il tempo delle promesse elettorali, questa volta tante, troppe, così come troppe sono le forze in campo dalle associazioni ai gruppi, nonché ai partiti di recente costituzione o riciclati e  troppo frastagliata é quindi l’imminente confusa competizione politica.
Manifesti, dichiarazioni, patti con gli elettori, disegni d’improbabili futuri del nostro Paese, programmi più o meno credibili, questo é il frastornante quadro propagandistico, al quale i cittadini probabilmente risponderanno con un’astensione più elevata o con una scelta difficile da tradurre in una stabilità del sistema rappresentativo e nell’efficienza governativa, se lo “stellone” non ci salverà di nuovo.
Agli italiani é stata sottratta ancora una volta la potenzialità d’instaurare un confronto democratico tra reali forze politiche alternabili nella gestione della cosa pubblica.
Resta confermata dalle attuali vicende della nostra vita sociale ed economica, la perdurante irreversibilità dell’era post tangentopoli, iniziata con la sconfitta della democrazia rappresentativa proporzionale, non sostituita da un sistema dell’alternanza, capace di mettere al bando la precarietà delle istituzioni, con l’attuazione delle indispensabili riforme istituzionali.
Siamo ancora, dopo lo spazio temporale di una generazione, bloccati sulla via giudiziaria al ricambio della classe politica  manovrato dal potere della speculazione finanziaria d’oltralpe.
In questo scenario problematico per le sorti della Nazione, non poche sono le organizzazioni sindacali confederali che si schierano a favore o contro i contendenti in campo e addirittura – nonostante le grida contro il conflitto d’interesse – candidano rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori alla rappresentanza parlamentare. La collusione tra partiti e sindacati non é nuova!
Il Sindacalismo autonomo anche questa volta non si schiera, né partecipa alla propaganda per le votazioni, ma resta fedele alla dichiarazione di principio che sta a fondamento della scelta del proprio modo di essere sindacato svincolato dai partiti: presentare proposte  agli organi politici elettivi, verificarne il grado di ricezione e la realizzazione degli obiettivi rivendicati e solo a risultato raggiunto, premiare i sostenitori dei loro diritti e punirne i detrattori con  la scelta razionale della rappresentanza parlamentare.
Ecco perché nel tempo della diffusione degli slogan e delle recriminazioni sulle riforme non fatte o fatte male, che coinvolgono gli interessi dei lavoratori dipendenti, preme ribadire una questione  vitale per una loro esistenza libera e dignitosa,  indicata tra le rivendicazioni più impegnative della CISAL e oggetto anche di precedenti articoli di Panorama: la riforma del sistema previdenziale a ripartizione.
Il problema di rango costituzionale sta dietro a una domanda che è anche il titolo di un recente lavoro di documentata indagine-denuncia, il cui autore è Giustino Lorenzi, che l’ha pubblicata a proprie spese ed é sponsorizzata dal Sindacato Autonomo Dipendenti INAIL in pensione: “Ma quanto costa al lavoratore il sistema pensionistico?”
Ne consigliamo la lettura a chi, lavoratore dipendente ancora lontano dalla pensione o ad essa vicino, vuole capire per quale elementare ma tragico e truffaldino motivo, lo Stato italiano impone ai lavoratori dipendenti una ritenuta contributiva per la previdenza obbligatoria  pari ad oltre un terzo della retribuzione durante l’intera vita attiva, la aggiunge alla ritenuta fiscale IRPEF per un ulteriore quarto o un terzo della stessa, ma non garantisce una pensione pari ad almeno l’ottanta per cento dell’ultima retribuzione dopo quaranta anni di prelievo forzoso.
Dalla lettura affioreranno molti perché della malversazione legalizzata del salario differito dei lavoratori dipendenti, distolto dai suoi scopi previdenziali e tra questi perché, emergerà anche il motivo per cui nessuno degli attori della baruffa elettorale ne parla alla vigilia delle votazioni.
Fate vostri i conti pubblicati e…meditate, gente, meditate aspettando al varco il comportamento dei futuri parlamentari eletti tra meno di un mese!