L’ITALIA COME LA REPUBBLICA DI PLATONE ?

Non si può dire che il governo Monti non abbia corrisposto adeguatamente al mandato affidatogli per delega dai partiti della maggioranza che, di fronte alla crisi che ha sconvolto il mondo intero, hanno voluto abdicare per la loro incapacità sia pure contingente a risollevare dalle secche la nostra nazione. Da una parte il grosso della truppa parlamentare a sostegno di questo governo, dall’altra ristretti manipoli di oppositori, con l’aggiunta dei gruppi esigui rimasti fuori dal Parlamento nelle ultime elezioni politiche. Meglio di così non poteva andare per l’esimio professore Monti, che nell’esercizio del suo incontrastato nuovo incarico non ha avuto bisogno di maneggiare l’ascia di guerra per ottenere i necessari consensi, in quanto appoggiato senza contropartita da coloro che, forse ispirandosi ai concetti contenuti nella repubblica di Platone, hanno pensato che l’Italia potesse essere lo Stato che il grande filosofo assegnava alla guida dei saggi per la loro cultura e conoscenza, ispirate alla essenza del mondo delle idee e lontane da qualsiasi contaminazione degenerativa della vera ed unica realtà.
In ciò Monti non ci ha deluso e male fanno i suoi detrattori a reclamarne lo scalpo. Però nell’azione intesa a demolire ogni ostacolo che si frappone al suo operato, ci sembra che alcune critiche che gli vengono mosse un fondamento ce l’abbiano. Basti riflettere sulla congerie di leggi, leggine e decreti, mirata soltanto a reperire a man bassa senza alcun criterio distributivo risorse per colmare il disavanzo pubblico e provvedere alle necessità di cassa, iniziativa questa che, pure essendo lodevole a causa della difficile situazione in cui ora viviamo, non può essere accettata per il modo che si é voluto adottare. Infatti, al momento non esiste alcuna misura per frenare la galoppante disoccupazione e la notevole perdita del potere di acquisto che soprattutto penalizza le classi più povere che, già in precedenza a corto di adeguati mezzi finanziari, non riescono più a sopravvivere per effetto della maggiore insostenibile tassazione Ciò è avvenuto, a parer nostro, per la mancanza di una oculata equa razionalizzazione della imposizione fiscale, in quanto non è stata prevista una più accentuata gradualità degli oneri che garantisse la salvaguardia o addirittura l’esenzione per i redditi più bassi ed una maggiore contribuzione per i redditi più alti.
Intanto, la massa dei poveri è in crescente aumento e per quanto si sta profilando all’orizzonte con i provvedimenti annunciati, tutto lascia prevedere che il peggio ancora deve arrivare. Aspettiamo con ansia che cosa avverrà fra qualche mese, quando si dovrà pagare la prima rata dell’IMU che costringerà i meno abbienti ad una ingente spesa che assorbirà una parte cospicua delle loro misere disponibilità economiche, con il giustificato timore che ci riserva la seconda rata aggravata dalle quote aggiuntive da parte dei Comuni ancora indecisi sulla loro entità, i quali tra l’altro saranno liberi di aumentare a loro piacimento le percentuali ex ICI.. Sicuramente non saranno i numerosi proclami del governo, che intendono rassicurarci sulla bontà di quanto esso stia attuando, non sarà la pubblicizzazione dei dati patrimoniali dei ministri a garanzia della loro integrità morale, non saranno gli encomi riportati all’estero dal premier per la sua politica, espedienti con i quali si potrà controbattere l’attuale recessione che condiziona l’economia del nostro paese, attenuare la continua altalenante fluttuazione dello spread in borsa che colpisce i risparmiatori, nonché debellare l’evasione fiscale con gli eclatanti blitz nelle località turistiche, il controllo a tappeto delle auto di lusso nelle strade e delle imbarcazioni di diporto nei moli, operazioni poliziesche che hanno solo il fine di produrre un grande clamore in televisione e sui giornali. Ci chiediamo a questo proposito: ma non è più semplice consultare la documentazione alla fonte, senza ricorrere ad un inutile strascico pubblicitario che comporta una considerevole spesa per i mezzi e il personale impiegati a tale scopo ? Tra l’altro questo assalto alla diligenza contrasta con le decisioni assunte in tema di lavoro, che vengono ogni giorno modificate a seconda della consistenza dei diretti interessati, vedasi per esempio le corporazioni che si oppongono alla liberalizzazione come i farmacisti e i tassisti, la pantomima dell’art. 18 che continuamente è soggetto a modifiche per le pressioni una volta sindacali e una volta confindustriali. Ci sembra che il governo Monti si possa paragonare ad un leone che ruggisce quando é sicuro di sé, ma che quando sente di essere in pericolo si morde la coda. Purtroppo questa è la sorte riservata ai saggi, che assorti nelle loro visioni ultraterrene non hanno dimestichezza per mettere in pratica i principi delle loro teorie nel nostro pianeta.