LE PROPOSTE CISAL SULLA GOVERNANCE DI INPS E INAIL

Nel corso dell’audizione tenutasi nei giorni scorsi presso la Commissione Lavoro della Camera sulla governance dei due maggiori enti previdenziali di diritto pubblico, la CISAL ha manifestato profonde perplessità di metodo e di merito.

Per comprendere appieno la portata degli sviluppi attuali, è opportuno ricordare che nel lontano anno 2010 – prima su iniziativa del Governo con decreto legge e quindi del Parlamento con la legge di conversione n. 122, i Consigli d’Amministrazione di INPS e INAIL sono stati aboliti e i relativi poteri sono stati trasferiti a Commissari e Presidenti.

Tali Consigli di Amministrazione erano peraltro sopravvissuti alla precedente riforma del 1994 (d.lgs. 479/1994) che istituì i CIV con l’ambizione di creare un “sistema duale” in realtà mai realmente decollato e anzi trasformatosi in breve, a causa dei ricorrenti conflitti di competenze, in una sorta di dualismo CIV/C.d.A.: se da una parte il CIV dell’INPS non ha approvato il bilancio preventivo 2017, dall’altra, nel 2005, i CIV dei due enti e le organizzazioni sindacali hanno dovuto ricorrere al TAR per opporsi alla sottrazione degli immobili ad uso strumentale di proprietà di INPS e INAIL.

La CISAL ritiene che la situazione di vertice sopravvenuta nel 2010 con la richiamata soppressione dei C.d.A. – cui hanno fatto seguito modifiche non di poco conto, in particolare le incorporazioni di ben 5 enti nei due maggiori – e rimasta sostanzialmente invariata per oltre sette anni, avrebbe dovuto comportare l’immediato intervento del legislatore.

Alla base di tale convincimento, da una parte la “straordinaria potenza finanziaria” (non a caso giustamente richiamata in una delle proposte di legge oggi sotto esame) dei due Enti, pari al 15/16% del PIL, di fatto rimessa alla responsabilità di un organo monocratico; dall’altra, la colpevole indifferenza dimostrata dalla politica a fronte delle innumerevoli diff,rcoltà funzionali. operative e gestionali abbattutesi su INPS e INAIL a seguito del più che prevedibile impatto provocato dalle accennate fusioni (IPOST, IPSEMA, ISPE,SL, iNPDAP, ENPALS), peraltro coincise con la nota serie di blocchi legislativi (turn-over e Fondi di Ente), ivi compreso quello (dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale) dei rinnovi contrattuali fermi al 2009.

La nostra Confederazione ha ritenuto peraltro doveroso segnalare alla Commissione Lavoro che il

personale dei due enti, fortemente ridotto rispetto alle attuali incombenze per effetto del mancato

turn over, è per la maggioranza collocato nella fascia di età 56/70 anni.

Si è inoltre registrato che la sottrazione dell’attività ispettiva si è rivelata, come prevedibile e come paventato dalla CISAL in tempo utile, un grave vulnus all’autonomia attribuita a INPS e INAIL dalla legge 88/89.

In conseguenza di quanto esposto, la CISAL considera legittima l’aspettativa di conoscere le valutazioni del Legislatore (e magari dello stesso Governo) sui trascorsi sette anni di gestione monocratica o quasi, sui risultati raggiunti rispetto a quelli attesi, sulle difficoltà incontrate nei rapporti interni e non solo, al fine di poter valutare in concreto non tanto se, ma come i proposti provvedimenti legislativi di modifica della governance potrebbero assicurare il miglioramento sostanziale – in termini di efficienza, efficacia ed economicità – della gestione dei due poli della previdenza e della salute e sicurezza sul lavoro.

Purtroppo, a parere della CISAL, le tre proposte di legge in discussione e le rispettive relazioni di accompagno non rispondono alle esigenze descritte, in particolare ove sostengono:

la necessità di ripristinare i Consigli di Amministrazione, pure modificati nel numero, senza fornire alcuna giustificazione per la loro soppressione nel 2010, né spiegando la ratio che porterebbe, dopo ben sette anni, a volerli ripristinare;

la volontà di conferire agli attuali CIV, ipotizzando una riduzione dei componenti, non meglio specificate competenze strategiche (da CIV a CSV) che l’ordinamento giuridico riserva al Legislatore;

l’opportunità di confermare il Direttore Generale in qualità di organo;

la previsione del doppio Presidente (del C.d.A. e del CIV) e l’attribuzione al primo, non più organo, la rappresentanza legale dell’Ente.

 

La CISAL ha inoltre rilevato che le competenze attribuite ai vari organi appaiono sin d’ora disorganiche e poco chiare, in netto contrasto con la conclamata e condivisibile esigenza di semplificazione, la cui assenza è da annoverarsi fra le principali cause delle difficoltà registrate nella gestione dei due enti.

Qualora invece si dovesse procedere alla conferma del cosiddetto sistema duale, il ruolo del CIV dovrebbe essere valorizzato conferendogli più ampi contenuti, in considerazione dei precedenti che l’hanno visto costretto ad assumere posizioni particolarmente rigide per poter esercitare compiutamente il proprio ruolo.

La CISAL, in conclusione, ha ribadito la propria posizione storica nel merito del problema governance: i contributi e i premi che affluiscono nella casse dei due enti direttamente o indirettamente appartengono ai Lavoratori e alle loro naturali “controparti”, in quanto finalizzati all’erogazione di prestazioni previste e/o concordate (per legge o per contratto) nell’ambito del più generale sistema di welfare.

Ebbene, la gestione delle suddette risorse economiche non dovrebbe prescindere dalla diretta responsabilità dei legittimi titolari delle stesse, ovviamente nel pieno rispetto dei più rigorosi principi di sana e corretta amministrazione.

Roma 4 luglio 2017