I TECNOSAURI

Non sono un paleontologo, né un appassionato di fossili del Cretaceo o del Giurassico.
Sono un “homo sapiens” interessato a comprendere i miei simili, a capire ed interpretare fatti e persone dei nostri tempi e mio malgrado costretto a interessarmi di “creature” che ritenevo ormai estinte da tempo.
Sono mesi che mi soffermo a seguire le mosse, gli annunci ed i provvedimenti di questo nostro Governo guidato da un “homo sapiens sapiens”, che ha, peraltro, soppiantato il precedente “homo erectus”.
All’inizio del mandato conferito al “professore” ho tentato di giustificare certi atteggiamenti intransigenti, di giustificare il rigore eccessivo dimostrato dal Governo dei “tecnici” nel prendere decisioni del tutto impopolari e pesanti per tutte le famiglie, per i lavoratori, per i pensionati.
Ho fatto questo tentativo cercando di non far prevalere la mia convinta avversione per tutto ciò che in politica viene definito “tecnico”.
Mi sono spesso ripetuto che per giudicare degnamente l’operato dell’Esecutivo, bisognava dargli il tempo necessario per testare concretamente gli effetti dei suoi provvedimenti. Ma più il tempo è trascorso e più mi sono reso conto che i risultati di quelle scelte economico-politiche, varate per salvare l’Italia dal default, determinavano e continuano a determinare una depressione di tutti i settori produttivi del Paese, con conseguenze disastrose, soprattutto, per i ceti medio-bassi, con una contrazione preoccupante dei consumi, dell’occupazione e del potere d’acquisto di salari e pensioni, con un impoverimento graduale e irreversibile dell’intero mondo produttivo italiano.
Va da sé che si è risvegliata in me (..e inesorabilmente aumentata!) l’idiosincrasia nei confronti dei “tecnici”, siano essi professori od esperti di qualsivoglia materia.
Ho rivisitato mentalmente quali e quanti Governi tecnici abbiamo già subito nel passato e quante volte abbiamo versato lacrime e sangue; mi sono riapparsi Ciampi, Amato, Dini e le loro leggi finanziarie (con le rapine nei conti correnti, le una tantum, le ripetute riforme pensionistiche, ecc.).
Ho rivisto le complicità sistematiche dei partiti presenti in Parlamento (1° e 2° Repubblica) che hanno strumentalmente appoggiato e che tutt’ora appoggiano i Governi dei tecnici, scaricando subdolamente le proprie prerogative e responsabilità che il mandato elettorale ha loro conferito.
Confidano, forse, che l’elettorato dimenticherà, al momento di eleggere il nuovo Parlamento, chi come e quando ha avallato i provvedimenti che avrebbero dovuto “salvare” l’Italia, ma che hanno di fatto solo impoverito gli italiani!
Ma la cosa più suggestiva prodotta da questo Governo è stata la nomina dei “SUPERTECNICI”, del trio Bondi-Giavazzi-Amato.
Forse che i tecnici del Governo non si reputano all’altezza di risolvere da soli le questioni (revisione della spesa pubblica, finanziamento dei partiti e dei sindacati, aiuti alle imprese..) più scottanti ?
Hanno forse bisogno del conforto di amici e compagni di Università?
Resta il fatto che tutto questo appare sconcertante!
I prof hanno rispolverato fossili di tecnosauri delle ere precedenti affinché, con la loro antica saggezza, potessero erudirci ed illuminarci (folgorarci!!!!!) sulla via di Damasco.
Sicuramente vaticineranno, ancora una volta, coadiuvati dai partiti che li appoggiano, scenari apocalittici, tali da indurci a sopportare nuovi e più iniqui sacrifici, sempre a carico degli stessi ceti medio bassi, allo scopo di evitare il contagio della Grecia, limitare lo spread, un virus del tutto sconosciuto fino al 2011 e,infine, per “Salvare L’Italia”, come recita un’antica ballata Sabauda!
Ne vedremo, ne sentiremo, ne subiremo ancora delle BELLE!!!
Nell’attesa (..vana?) dei provvedimenti sulla crescita, continueremo ad assistere all’aumento dei fallimenti delle imprese, ai disperati appelli di lavoratori, di pensionati, di esodati, nonché all’aumento della disoccupazione dei cinquantenni e dell’inoccupazione dei giovani.
Una speranza ci sarebbe: un’Europa vera, politicamente unita, solidale ed indipendente dalle pressioni di gruppi di potere e di singoli Stati (sic!).
Ma temiamo che questo sia solo un sogno, perché la politica, in Europa come in Italia, non è ancora “pronta” a svolgere la propria essenziale funzione: “servire” e non certo “essere servita”!