FINANZIARIA: PACCO DI FINE ANNO

La Commissione Bilancio ha approvato alcuni emendamenti alla Legge di Stabilità (cd
Finanziaria) che interessano, molto da vicino, i lavoratori CRI.
Per fare chiarezza, tali emendamenti che modificano/integrano il famigerato Decreto
178/2012 devono ovviamente ancora passare al vaglio dei due rami del Parlamento, e
conseguentemente non possono essere considerati definitivi.
In ogni caso e benché siano comunque necessari ulteriori approfondimenti, già abbiamo
esaminato, congiuntamente al nostro Ufficio Legale, le norme introdotte.
Due sono le tipologie di modifiche/integrazioni che in particolare dobbiamo valutare con
attenzione.
La prima appare sicuramente più chiara, la seconda, che peraltro va ad impattare
direttamente con il processo di mobilità ora in atto, sembra necessitare di ulteriori
norme di raccordo con il Decreto Madia.
Resta comunque intatta la preoccupazione, perché vediamo ogni giorno i problemi che
evidenzia il Decreto Madia sulla mobilità dei dipendenti CRI, facendo il dovuto raffronto
con i colleghi delle Province interessati allo stesso percorso.
Confermata la attuale provvisorietà di questa proposta normativa, qualche annotazione.
L’emendamento proposto e votato in Commissione (n. 24. 19 di Lenzi ed altri) si apre con
una integrazione dell’art. 4 comma 2 del 178 con: “Fino alla conclusione delle procedure di
cui al presente comma non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive, atti
di sequestro o di pignoramento presso il conto di tesoreria dell’Ente ovvero presso terzi,
per la riscossione coattiva di somme liquidate ai sensi della normativa vigente in materia.
Tutti gli atti esecutivi sono nulli.”
Questo emendamento salva-casse CRI, ci sembra faccia il paio, almeno nelle intenzioni,
con i più recenti e famosi decreti salva-banche.
E come questi ultimi, almeno dal punto di vista strettamente economico, i danni ai
soggetti interessati sono evidenti, le misure a loro salvaguardia tutte da definire.
Dall’esame di queste proposte, almeno non sono messe in alcun modo in discussione
le procedure di stabilizzazione del personale precario a seguito di sentenza,
nonostante qualche preoccupazione infondata, condita dalle solite chiacchiere.
Ben sappiamo che a breve, brevissimo, la CRI solo per i ricorsi presentati tramite il
nostro Ufficio Legale, dovrebbe fare fronte ad oltre due milioni di esborso in favore
dei suoi dipendenti per pignoramenti disposti dall’autorità giudiziaria, dispositivi che
potrebbero, peraltro, sfuggire all’applicazione della norma introdotta per le tempistiche previste
Questa norma, mantenendo il diritto al dovuto (e ci mancherebbe altro …) sposta la
decorrenza della concreta esigibilità a dopo il 31 dicembre 2017, cioè a dopo la
chiusura prevista (ad oggi) del nuovo ente strumentale di supporto della CRI, la cui nascita
è prevista tra qualche giorno.
È comunque da evidenziare che, in realtà, la norma sposta l’esigibilità coatta,
ovviamente non solo per i dipendenti (che sono “clienti privilegiati” e quindi con diritto
di precedenza, così come previsto dalle norme relative alle procedure fallimentari) ma
anche per tutti gli altri soggetti.
Insomma, ci sembra che per salvaguardare le casse di CRI dai debiti verso
chiunque ne abbia riconosciuto il diritto, si colpiscano con certezza, oggi, i
lavoratori che da tempo aspettavano il ristoro di somme previste da sentenza.
Ci permettiamo di sottolineare (e lo faremo anche nelle sedi opportune) che questo
provvedimento predisposto dal potere esecutivo (Governo) crea una grave interferenza
con provvedimenti emessi da altro potere dello Stato (potere giudiziario), ravvisandosi un
problema di legittimità costituzionale.
La modifica prevista sulle liquidazioni del TFR non sembra comunque interferire sulle
casistiche che più ci interessano, cioè su chi possa passare ad altro contratto privato (es.
ANPAS) oppure, per i stabilizzati a seguito di sentenza, per il periodo precedente al 31
maggio 2008.
Le altre modifiche proposte, se accolte in sede parlamentare, andrebbero ad impattare
significativamente con quanto oggi previsto dal Decreto Madia.
Da segnalare positivamente una importante apertura verso Regioni ed Enti Locali, a
maggior tutela degli autisti soccorritori, con la possibilità di attivare le procedure di mobilità
anche in posizione di sovrannumero, anche in quelle Regioni interessate da piani di
rientro,
Non possiamo però fare a meno di rilevare che la FIALP CISAL già sottopose al
Governo valutazioni sulla palese illogicità di escludere il personale CRI da quello
che ci sembrava lo sbocco “naturale” del nostro personale, quello verso le ASL,
considerando il ruolo sinora svolto e le specifiche professionalità rivestite.
Sarebbe presuntuoso pensare che alcuni parlamentari abbiano ascoltato i suggerimenti
dati, più facile che in questa circostanza abbiano usato del comune buon senso, resta il
fatto però che queste norme, se correttamente recepite ed applicate, potrebbero
rivelarsi una appendice positiva alla procedura di mobilità oggi iniziata.
Le modifiche licenziate dalla Commissione sembrerebbero andare esattamente in
questa direzione, ma siccome abbiamo imparato che applicazioni deformi di buone
norme comunque generano disastri, per questo motivo adopereremo una sana
prudenza ed un’attenta vigilanza.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE