ENIT: una storia travagliata,di trasformazioni e di confusione

È l’Ente che ha il compito di promuovere l’immagine dell’Italia e della sua offerta turistica promuovendone la commercializzazione.
L’attuale struttura,è stata già oggetto di trasformazione, con il Decreto Legge n. 35 del 14 marzo 2005, convertito, con modificazioni, nella legge 14 maggio 2005, n. 80, che le ha fatto assumere la denominazione di Agenzia Ente Nazionale Italianio del Turismo.
La parte Politica, dimostrando ancora una volta la volontà di distruggere il settore pubblico del paese, non contenta di aver scatenato una concorrenza sul mercato della promozione all’estero del marchio Italia tra Regioni, Enit, Camere di Commercio, ICE, con Legge 106/2014 (cd. Art Bonus) ha trasformato l’Enit in Ente Pubblico Economico, ribadendo, peraltro, i medesimi compiti sino ad ora assegnati aggiungendo la gestione del portale Italia. it (per la quale era già stato emanato un atto di indirizzo dal Ministro Gnudi), la realizzazione di una carta del turista e la commercializzazione di servizi e prodotti turistici ed enogastronomici. Tutto ciò in effetti non è una novità in quanto attività che l’Enit era comunque in grado di svolgere attraverso il proprio catalogo dei servizi ed una partita iva commerciale già posseduta.
Ulteriore passaggio previsto in decreto riguarda la messa in liquidazione della società Promuovi Italia spa (al 100% di proprietà di Enit), e la possibilità di trasferire il personale di quest’ultima nella nuova Enit. Di fatto anche questa operazione poteva essere portata avanti, senza necessità della trasformazione giuridica, con autorizzazione per decreto ad assumere il suddetto personale, nei limiti della dotazione organica dell’Enit approvata dal Dipartimento di Funzione Pubblica e con carenza tale da permettere l’assorbimento di tutte le professionalità presenti in Promuovi Italia Spa.
Per gestire la fase transitoria è stato nominato un Commissario Straordinario con il compito di adottare un nuovo regolamento di organizzazione, un nuovo statuto con l’indicazione del contratto collettivo di lavoro applicabile ai lavoratori, e di selezionare il personale che potrà trovare collocazione nella nuova struttura.
L’approssimazione con la quale è stata gestita l’intera operazione, oltre che dalla palese illogicità della trasformazione, traspare anche dalla lettura dei primi atti:
1. il modello organizzativo proposto non e’ corredato dalla dotazione organica, presupposto questo indispensabile;
2. La Rete estera, vero punto cruciale dell’attività dell’ENIT, è solo abbozzata, e questo fatto produrrà, nel breve termine, la quasi automatica paralisi di quell’attività che è il fulcro dell’ENIT;
3. Il personale in servizio attualmente all’ENIT, in particolare quello della Sede Centrale, non viene considerato la piu’ preziosa risorsa, ma ritenuto spesso a priori non idoneo e quindi da non doversi considerare per il futuro Ente, agevolando il piu’ possibile il percorso della mobilita’, disperdendo cosi’ anni di investimento di denaro pubblico impiegati nella costruzione di specifiche e preziose professionalita’;
4. Iniziative quali il rientro anticipato degli attuali Dirigenti dalle sedi estere, sta creando non pochi problemi nella gestione delle attività, anche relative ad Expo 2015, proprio quell’evento che, secondo le intenzioni del Governo, è stata una delle molle scatenante tutta l’operazione più volte evidenziata a tutti i livelli.
Altrettanto indicativa della approssimazione e della intempestività che governa tutta la manovra è la messa in liquidazione della società Promuovitalia S.p.A. – al 100% di proprietà ENIT – in realtà si potevano tranquillamente trasferire in seno all’ENIT, attività e personale (che avrebbe trovato piena capienza nell’organico nella pianta organica preesistente).