La FIALP CISAL e la riforma della Croce Rossa Italiana

È in atto un processo di riordino che, da molto tempo ormai, interessa tutti gli Enti Pubblici e le strutture statali in una ottica di ridefinizione di compiti e prerogative compatibili con i risicati bilanci che questo Stato mette loro a disposizione. Particolare importanza riveste questo processo nell’ambito della Croce Rossa Italiana, sia per il prestigio che per la storia che essa incarna, allorquando il meccanismo di riorganizzazione dell’Ente (esplicitamente previsto per legge) nel corso del tempo si è tramutato in una modifica sostanziale dell’assetto istituzionale della CRI, orientandosi fortemente verso una privatizzazione della CRI e la soppressione dell’Ente Pubblico.

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GLI EQUIVOCI DEL GOVERNO MONTI

Oggi più che mai l’attuale Governo dovrebbe essere prossimo alla fine di un percorso che, indirizzato soprattutto verso il risanamento del debito pubblico, ci sta portando al disfacimento di tutte quelle tutele che faticosamente sono state erette a salvaguardia del nostro patrimonio culturale ed etico. Non servono i numerosi proclami che esso ci propina, attraverso un prorompente battage pubblicitario, ad assicurarci il superamento della crisi che ci coinvolge in maniera così pressante.

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CHI TIRA E CHI MOLLA…

“L’estate sta finendo, un anno se ne va” diceva una canzone di molti anni fa. E, finita l’estate, stiamo rientrando nella routine di tutti i giorni ma non è un rientro come quello degli altri anni perché per tanti la situazione finanziaria o lavorativa non è tranquilla, anzi. La radio, le televisioni, i quotidiani da mesi, ormai, ci stanno continuamente bombardando – fino alla nausea – con le notizie sulla situazione finanziaria, gli sbalzi dello spread, le contrarietà dei banchieri agli interventi della BCE per salvare l’euro e i Paesi sull’orlo del fallimento.

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La Pubblica Amministrazione italiana sotto la scure del Governo: ma ando’ vai se la riforma non ce l’hai?

Con la conversione del decreto legge “Disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati” – un bel titolo da impostori – si é conclusa sotto il solleone la prima tappa del lungo viaggio dell’Italia verso il taglio della spesa pubblica.
La seconda tappa di fine estate è già pronta, ma ciò che non s’intravede è l’inizio di un percorso di riforma, con l’obiettivo del rinnovamento sociale ed economico del sistema-Paese.
Esso non é stato individuato né dal Parlamento, né dal Governo dei professori, né dalle forze politiche e tanto meno possono auspicarlo i cittadini, avviati come sono non sul cammino della speranza, ma verso l’unica certezza del rattrappimento dell’organizzazione sociale e la disperata incertezza delle condizioni di vita presenti e future.

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