Al rialzo l’aliquota di risorse destinate ai Patronati. Gli Istituti di Patronato acquisiscono un ruolo sempre più importante tra gli istituti di assistenza sociale.

È stato concesso un incremento del Fondo Patronati per l’attività di assistenza prestata dagli Istituti di Patronato, sia nella fase emergenziale e di ripresa dalla pandemia Covid-19, sia per la normale attività di patronato, attraverso il ripristino retroattivo dal primo gennaio 2020 dell’aliquota di prelevamento “rideterminata nella misura dello 0,226 per cento” dopo che nel 2015 era stata abbassata allo 0,199.

È quanto prevede un emendamento al dl Rilancio firmato in commissione Bilancio della Camera. “Nell’attività di assistenza – si spiega nella relazione illustrativa dell’emendamento – i Patronati supportano gli utenti non solo nel riconoscimento dei loro diritti fondamentali, ma svolgono anche una funzione di segretariato sociale più ampia, accompagnandoli nel prendere una decisione consapevole sul proprio futuro previdenziale” e “malgrado la drastica riduzione del finanziamento concesso, nel corso degli anni i Patronati hanno dovuto svolgere numerose “nuove prestazioni” (come l’Ape social) introdotte all’interno delle Leggi di Stabilità che si sono susseguite in questi ultimi anni, senza per queste vedersi riconosciuto nessun contributo o integrazione del Fondo Patronati”. I Patronati, prosegue la nota, “costituiscono presidi capillari del territorio che sono riusciti anche in questa fase emergenziale a garantire il dovuto supporto ai cittadini italiani nell’ottenimento delle prestazioni socio assistenziali previste dal decreto Cura Italia: buona parte delle domande inviate all’Inps è stata patrocinata. Sul territorio i Patronati hanno quindi garantito un supporto indispensabile alle amministrazioni pubbliche nella gestione di centinaia di migliaia di domande”.


Per dare una definizione e un inquadramento agli Istituti di patronato e di assistenza sociale, bisogna fare riferimento alla tradizionale funzione di assistenza ai lavoratori svolta dalle organizzazioni sindacali. Si tratta di enti di diritto privato gestiti da Confederazioni e Associazioni nazionali di lavoratori che annoverino nei propri statuti finalità assistenziali. Essi esercitano attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri e apolidi presenti nel territorio dello Stato, per il conseguimento in Italia e all’estero delle prestazioni (di qualsiasi genere in materia di sicurezza sociale, di immigrazione e emigrazione) erogate da amministrazioni e enti pubblici, da enti gestori di forme di previdenza complementare o da Stati esteri nei confronti di cittadini italiani. Inoltre, possono svolgere, senza scopo di lucro, attività di sostegno, informative e di servizio finalizzate alla diffusione della conoscenza della legislazione in materia di sicurezza sociale.

La Legge 30 marzo 2001, n. 152 e le successive modifiche recante “Nuova disciplina per gli istituti di patronato e di assistenza sociale” fissa nuove modalità di espletamento del servizio svolto dai patronati, allargandolo a nuove sfere di attività, precedentemente non previste, che rispecchiano la dinamica di sviluppo dei servizi e tiene conto del cambiamento intervenuto nel tessuto socio-economico del paese.

Inoltre, il d.m. n. 193 del 10 ottobre 2008 dispone che il finanziamento degli Istituti di patronato e di assistenza sociale è corrisposto sulla base della valutazione della loro attività e della loro organizzazione, in relazione all’estensione ed all’efficienza dei servizi offerti degli Istituti medesimi.

Tutti gli Istituti di patronato e di assistenza sociale sono sottoposti alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

di Massimiliano Gonzi